Tutta la notte in lotta con i peperoni: me li hanno mandati dalla campagna, la peperonata era obbligatoria. Un bizzarro semi-incubo. Io e mio marito che dobbiamo lasciare una stanza d’albergo, ma non ci riusciamo. Dimentichiamo sempre qualcosa, si rompe il trolley, i nuovi ospiti seccati fuori dalla porta… Un inferno.

La prima chiamata del mattino è una compagnia telefonica che mi propone non so che megaofferta. La seconda un oleificio che intende piazzarmi qualche bottiglia “solo per lei a un prezzo speciale”. Accidenti: grazie! Cortesemente declino, e passo alla posta. Tutte lettere d’amore: bollette, banca, pubblicità. E-mail intasata, al solito. Anche qui: inviti a presentazioni, promozioni di tutti i tipi, scarpe, mobilia, automi da cucina. Cestino tutto, saluto con deferenza l’esercito delle pr, chiudo il portatile, mi preparo a uscire. Un’infilata infernale di appuntamenti, stasera devo andare anche in tv. Con queste occhiaie peperonate.

Si fa viva nel mio cervello una tale conosciuta per caso che chiede di essere introdotta dappertutto: e mica per amore dell’umanità, o per sfuggire dalla solitudine. Anche lei ha da vendere qualcosa, lo so. Tu pensi che cerchino affetto, ma quello che gli serve è una mailing list. Mio marito mi risveglia dal sogno allungandomi una raccomandata dell’amministratore. La infilo nella borsa e scappo. Già che passo davanti alla banca faccio un bonifico. Che cosa farei, stamattina, se non dovessi lavorare? Forse un salto al mercatino. A comprare qualcosa di cui non ho bisogno. Meglio di no. In metrò tengo la borsa stretta sotto il braccio. L’ultimo portafoglio me l’hanno sfilato un paio di mesi fa.

Su cento cose che ti capitano in una giornata, almeno 99 hanno a che fare con la merce. O con i soldi, merce delle merci. Pagare qualcuno, o essere pagati. Credo che faccia molto male alla salute.

Perciò quando su Facebook un’amica che ha aperto un alberghetto a Berlino invita mio figlio e la sua ragazza per un week end (“… miei ospiti, ovviamente”), è come se il sole invadesse la stanza. La sontuosa bellezza del dono, delle relazioni libere dal denaro!

pubblicato su Io donna-Corriere della Sera il 30 ottobre 2010

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