Festa del Pd a Milano: sul palco una per caso (io). (foto Mercedes Lanzillotta)

I sondaggi (qui quello di Swg)  restituiscono un Pdl primo partito, lieve ascesa di Grillo, calo del Pd (Scelta Civica in via di estinzione). Sempre enorme la quota di astenuti-indecisi: quelli di febbraio, a cui si aggiunge una cospicua quota di delusi del Pd, valutata intorno al 5 per cento, traditi dalle larghe intese, 101 e da tutto quello che sappiamo. La vera notizia del sondaggio è che la forbice tra cittadini e “politica” (chiamiamola così) non smette di allargarsi.

Interessante il fattore Letta (cresce la fiducia nel premier, che insidia il passepartout Renzi). Anche se solo Matteo Renzi, secondo altri sondaggi, porterebbe in dote quel 5-6 per cento in più che consentirebbe al centrosinistra di vincere con ampio margine (e quindi a Franceschini, Fioroni, Veltroni e a tutti gli altri sostenitori dell’ultimo minuto di avere qualche chance di sopravvivenza), riportando a casa parte dei transfughi e rubando un po’ di consensi al centrodestra.

Salvo variazioni da un giorno all’altro –la situazione è estremamente volatile- lo scenario è questo.

Quello che non cambia è l’idea vecchia, berlusconiana, televisiva, commerciale del partito come emanazione di un carisma (?) individuale. Non c’è un solo partito (Pdl, 5 Stelle e, a breve, anche il Pd di Renzi) che possa sopravvivere alla caduta del suo leader. Ieri ho fatto l’esperienza di coordinare un dibattito alla festa del Pd di Milano, e nonostante i miei sforzi i contenuti sono rimasti decisamente sullo sfondo, con le facce (quella di Renzi) in primo piano.

Quello che non cambia è una politica che resta un gioco saldamente maschile, nei suoi tempi, nei suoi modi e nei suoi protagonisti: l’ingresso di molte più donne nelle istituzioni rappresentative non ha prodotto alcun cambiamento significativo. Al dibattito di ieri c’erano 8 uomini a confrontarsi, giusto io a coordinare il dibattito e a fare da foglia di fico. Non mi sarei prestata, se l’avessi saputo per tempo.

Finché questo non cambia, non cambierà nulla.

Ne parleremo sabato 7 alle ore 15 al Festivaletteratura di Mantova, con Annarosa Buttarelli e Stefano Rodotà, a partire da “Sovrane”, nuovo libro di Buttarelli.

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