20081103_carfagna-mara

Ieri sera sento al tg Mara Carfagna che tuona contro l’omofobia e non credo alle mie orecchie. Artefice del cambiamento, ha ammesso la ministra, è la deputata del Pd Anna Paola Concia, unica omosessuale dichiarata del Parlamento italiano -dove, evidentemente, le medie, 10 su 100, non sono rappresentate-. Conosco Anna Paola, donna estroversa e amabile, e le faccio i complimenti per il suo goal. Mi compiaccio tuttavia anche con la ministra, che è stata capace di ammettere il suo pregiudizio e il suo errore.

Io non credo si sia trattato di pregiudizio. Mara Carfagna viene da un mondo, quello dello showbitz, affollato di gay. Verosimilmente non era omofobica per nulla. Ma da ministra ha ritenuto di dover mostrare di esserlo. Classico zelo da neofita. Forse, pian piano, si sta rilassando e sta trovando il coraggio di essere se stessa. Non è affatto facile per una donna restare se stessa in quei posti di maschi.

Non c’è nemmeno più bisogno che Mara si mortifichi con quel look allampanato e autopunitivo -magra, androgina, mortificata, capelli corti, tailleur maschili, mascella serrata, sguardo terrorizzato- per far dimenticare da dove arriva.  Che rimetta su due chili e torni la bellezza solare che era. Sarà più fiduciosa, e lavorerà meglio.

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