Sono tra quelle e quelli -la maggioranza dei cittadini, a quanto pare- avrebbe ritenuto scellerata una campagna elettorale e un voto d’inverno in questa situazione. La possibilità c’è ancora, ma ha perso quota. Sono anche tra quelle e quelli che vede nel professor Mario Monti la scelta più realistica: si trattava di indicare un nome che convincesse l’Europa monetaria e il presidente Barack Obama. Il nome del professor Monti risponde a questa necessità primaria.
Detto questo, alcuni pensieri sparsi.
Mi ero fatta l’idea, come molte e molti, che questo passaggio tecnico e d’emergenza sarebbe durato lo stretto indispensabile di una messa in sicurezza e di qualche riforma obbligatoria, fra cui quella della legge elettorale. Dopodiché, al voto: in primavera, al più tardi a giugno. A quanto pare invece sarà un governo vero, che andrà a scadenza naturale nel 2013. Un anno e mezzo d’emergenza? Siamo in una fase in cui il tempo accelera mostruosamente. Capitano più cose in un giorno di quelle che, in altre fasi sarebbero capitate in un anno, e si fa fatica a stargli dietro. Oggi un anno e mezzo è un tempo incredibilmente lungo.
Il governo Monti è una scelta super-economicista: ovvero sta tutto dentro logiche e liguaggi, quelli dell’economia, che sono entrati in piena crisi, e che della crisi sono all’origine. La cura, in poche parole, è omeopatica: basterà?
Non è casuale che nel gioco del totonomine i nomi che circolano siano quasi solo maschili, immagino con qualche timido correttivo in corsa, a locomotiva avviata: un altro dei rischi di questa logica emergenziale è che un tema che quest’anno si è posto vigorosamente all’attenzione, quello dell’assenza di donne nelle nostre istituzioni rappresentative, scivoli in secondo piano, come se fosse un lusso che oggi non ci possiamo permettere. Ma non si era detto che + donne=+Pil=rinnovamento=sviluppo? Aspettiamo comunque di vederla, la squadra.
A quanto pare i cittadini si sentono rassicurati dall’estromissione dei partiti dalla gestione della cosa pubblica. L’antipartitismo non è mai stato così forte e diffuso. Dopo un anno e mezzo di cura “tecnica”, tornare al voto e ai partiti potrebbe sembrare un ritorno al “vecchio”. A meno che i partiti, nel frattempo, non mostrino di sapersi rinnovare radicalmente. Anche per loro, come dice il nostro futuro premier, “il lavoro da fare è enorme”.
p.s. Le cose che dico stamattina, tra le 7 e le 8. data la velocità del tempo di cui dicevo, potrebbero avere perso ogni senso a mezzogiorno. Totalmente off-topic: sul Corriere di oggi trovate un articolo sul tema dei troll che infestano i blog femminili. A quanto pare capita alle blogger di tutto il mondo.