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turismo

ambiente, italia, media, Varie Agosto 27, 2014

Previsioni sbagliate: l’estate del nostro scontento

Nel febbraio scorso avevo letto che l’estate sarebbe stata “bollente e secca”, fonte Cnr.

Ho temuto un nuovo 2003, condizionatori in tilt e vecchietti tutto il giorno al super per evitare malori. L’estate invece è stata nella norma al Sud ed eccezionalmente fredda e bagnata al Nord-Centronord, una fase ciclonica di cui non si vede la fine. Annata spaventosa per il vino, per il pesto -una specie di peronospora sta uccidendo il magnifico basilico ligure- e per le articolazioni.

Nel mio piccolo, date le previsioni e data la fonte -anche altri siti promettevano calura- ho deciso di abbreviare la mia permanenza al Sud, che avrei voluto ben più lunga, per trascorrere il più del tempo in collina al Centronord, in una casa ventilata e dalle mura spesse. Mentre sono qui che mi cospargo di antimuffa, penso che l’anno prossimo -non bastasse la crisi- potrebbe essere tragico per l’industria del turismo centrosettentrionale. 10 villeggianti per mq in Salento e Liguria deserta. Sempre nel mio piccolo, me il Nord non mi becca più.

Questo per dire che con le previsioni meteo non si scherza. Che sono diventate a pieno titolo, specie in un Paese come il nostro, turismo e agroalimentare in testa, un fattore economico di rilievo. Quindi, mettiamoci d’accordo una volta per tutte: se è vero, come pare, che oltre i tre giorni il meteo non si può prevedere, evitiamo di parlare di “tendenze” e di strologare sugli anticicloni di luglio e agosto. Tanto più che ho sentito con le mie orecchie un albergatore disperato progettare la costruzione di siti meteo autogestiti che promettano climi ideali in fase prenotazioni.

Sarebbe giusto dare qualche regola al settore previsioni. Affidandoci semmai alle macumbe, che a quanto asserisce il senatore Calderoli funzionano piuttosto bene.

 

economics, Politica Gennaio 23, 2012

Finché c'è qualche soldo in giro

Ieri a Pisa un turista spagnolo ha pagato 26 euro per due cappuccini e due cornetti. Quindi è uscito e si è rivolto ai vigili, che hanno multato (1000 euro) il commerciante.

In questi giorni ho contattato degli artigiani per dei lavori in casa: un paio di Thonet da reimpagliare, un’imbiancatura da programmare. Sembravano dei pazzi assatanati: il primo gridava come un imbonitore di fiera e voleva rifarmi anche le altre sedie, che a mio parere stavano benissimo; il secondo mi ha fatto una richiesta esosissima, poi è sceso un po’, e ancora un altro po’, in una trattativa da tappetaro, quindi mi ha chiesto subito un anticipo equivalente a metà del preventivo sei mesi prima dell’esecuzione del lavoro. Un altro vorrebbe mille euro per cambiare le rubinetterie di un bagno. E così via.

Il clima è un po’ da ultimi giorni di Pompei: arraffa tutto e subito, finché c’è ancora qualche soldo in giro e prima che a qualcuno venga l’idea di calmierare. E speriamo che gli venga. Auspico un severissimo controllo dei prezzi, dure sanzioni per i conti esosi, e iniziative per l’autotutela. Come quella che è venuta a un amico, gli artigiani a Km zero: una bottega civica in ogni quartiere, a cui rivolgerti quando ti serve un imbianchino o un idraulico, che garantisca tariffe ragionevoli e qualità del lavoro.

C’è anche il tema del turismo, risorsa vitale per il nostro Paese: le vacanze in Italia sono ormai un lusso per pochissimi, con quello che spendi qui per un week end ti compri dieci giorni last minute in Messico o in Giamaica o un mese intero a Berenice.

Che il settore calibri i suoi prezzi sulla capacità di spesa della mafia russa non mi pare un’ottima politica. Non ci sono abbastanza mafiosi russi per riempire tutti gli alberghi e i ristoranti.

economics, Politica Ottobre 21, 2009

QUESTIONI PRIMARIE

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Come avrete visto, da primi che eravamo tra le mete del turismo internazionale siamo precipitati al quinto posto (dopo Francia, Gran Bretagna, Usa e Spagna): strutture inadeguate, scarso coordinamento nel settore, e così via. Per un paese come il nostro, luogo del “viaggio” per eccellenza, è una vera rovina. Anche difendere la grande risorsa del made in Italy, clonato e sotto attacco, è diventato prioritario. Il presidente Napolitano ha giustamente sottolineato che il turismo è un settore strategico per l’Italia, possibile volano per la ripresa dell’economia. Se la bellezza salverà il mondo, lo farà a cominciare da qui. E allora che si fa? Ecco, si fa questo che vedete.

Da almeno un paio d’anni strillo, su questo blog e ovunque, riguardo alla cementificazione della Liguria -che procede a ritmo inaudito, due volte la pur massacrata Calabria, e ora ci prepariamo a veder martoriare la Sardegna-, agli ultimi lembi di un territorio già esiguo sotto attacco, alla proliferazione di porticcioli turistici e seconde case che ne fanno una regione-albergo. Ho interpellato a riguardo il senatore Ignazio Marino, candidato alla segreteria del Pd, ho telefonato all’onorevole ambientalista Ermete Realacci -ma come può accettare quello che sta capitando?-, ho scritto, mi sono variamente sbattuta in grida e denunce, chiedendo al Pd di prendere una posizione netta sulle questione ambientali, perché l’ambiente non è un fiore all’occhiello, ma una questione primaria, qui dentro c’è proprio tutto: salute, sviluppo, economia, qualità della vita… Nessuna risposta: è la nuova e preoccupante versione della doppiezza ex-comunista. Un Pd di lotta e di governo, di laici e di cattolici, di ambientalisti e di distruttori.

E’ bene che vi facciate un’idea, specie se avete in animo di partecipare alle primarie del Pd. Il 28 ottobre la Regione governata dal pd Claudio Burlando varerà un piano casa impressionante. Le case sotto i 100 metri cubi potranno aumentare il volume fino al 60 per cento, le altre potranno crescere fino al 30 per cento. Potrà essere aumentata la cubatura di capannoni industriali, artigianali e agricoli. I benefici saranno concessi anche agli immobili condonati e perfino a buona parte di quelli abusivi, grazie a un emendamento proposto dal pd Luigi Cola. E anche gli enti parco potranno concedere l’aumento delle cubature. Un po’ di lavoro in più nell’edilizia, insomma, in cambio di un gravissimo attacco alla principale industria regionale, quella del turismo. Questa è la lungimiranza di Burlando, dei suoi alleati ma anche dei suoi oppositori del Pdl: il partito del cemento non ha colore.

Diamo la massima pubblicità a quello che sta avvenendo, e neghiamo il nosro consenso politico a chi distrugge l’ambiente.