un frame dello spot “Senza le donne non si governa”

Parte in settimana Se Non Ora Quando con la campagna “Senza le donne non si governa” -spot tv in collaborazione con Pubblicità Progresso, incontri con i partiti a livello nazionale e locale in assoluta trasversalità, iniziative di sensibilizzazione- per sostenere la più ampia presenza femminile nelle istituzioni rappresentative.

E questo lo dico io: sperando che a Snoq riesca quello che non è mai riuscito a nessuna, convincere le donne a sostenere le donne. A livello nazionale non sarà possibile esprimere preferenze, l’orrido Porcellum non lo consente (la possibilità esiste solo per i partiti che indicono primarie). Ma certamente sarà possibile non premiare con il proprio voto quei partiti che non si impegnino a candidare donne, e non come carne da Porcellum, ma in posizione di eleggibilità, insomma in testa di lista.

Dopo lunga e complessa discussione interna, Se Non Ora Quando ha deciso che alle prossime elezioni non saranno presenti liste Snoq, né vi saranno candidate con “bollino” Snoq: nessuna è titolata a utilizzare il brand. Temi prioritari da spingere in agenda: democrazia paritaria, contrasto alla violenza sulle donne, diffusione a tutti i livelli di una cultura di genere, rinnovamento della politica, lavoro e welfare, più altri temi locali. Dialogo aperto con chi li assumerà.

Nascono anche coordinamenti regionali (già certo, ad esempio, quello della Lombardia: il 24 febbraio, com’è noto, si voterà anche per il governo regionale) che declineranno la campagna in chiave territoriale.

Se non ora, insomma, mai più. Vi terremo informat* su tutto.

 

Aggiornamento delle ore 17.40. Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, adotta una diversa impostazione: non semplicemente un appello alle candidature e al loro sostegno, ma la raccolta di 200 curricula , nomi e cognomi, da proporre ai partiti in modo trasversale, come vedete qui a seguire. Proposta, quella di proporre e sostenere candidature precise, che piaceva anche a una parte di Snoq, ma che non ha trovato l’appoggio maggioritario.

Quale delle due strategie vi convince di più? Fare nomi e cognomi, o spingere senza nomi precisi?

Ed ecco il comunicato Golfo:

ELEZIONI; RACCOLTE OLTRE 200 CANDIDATURE FEMMINILI PER TUTTI GLI SCHIERAMENTI

Roma, 20 Dicembre – Oltre 200 donne di ogni schieramento politico, professioniste, manager, imprenditrici, donne delle istituzioni e di associazioni femminili hanno risposto all’appello di Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario, e si sono  riunite oggina Roma presso l’Auletta dei gruppi della Camera dei Deputati, per proporre a tutti partiti, liste e schieramenti, la loro candidatura alle prossime elezioni nazionali e regionali.

 

“Siamo tante e vogliamo impegnarci per una società più a misura di donne e per una politica che ci rappresenti. Queste elezioni sveleranno le reali intenzioni dei partiti: le donne vanno collocate ai primi posti delle liste se si vuole una nuova classe dirigente capace di portare nella politica quel vento di cambiamento che serve all’Italia, all’economia e al Parlamento. Questa legge elettorale lascia nelle mani di segretari e dirigenti di partito la scelta dei parlamentari e per questo chiediamo un impegno concreto e inequivocabile. Il rinnovamento non è una questione anagrafica ma significa aprire la politica a coloro che hanno idee, esperienze e competenze per portare il nostro Paese sul binario della crescita e per introdurre linfa vitale in una politica sempre più lontana dai bisogni dei cittadini”. 

 

Oltre duecento le candidature femminili raccolte in pochi giorni dall’Onorevole Golfo, autrice della legge sulle quote di genere nei CdA delle società quotate e controllate. Il prossimo passo sarà consegnarle a tutti i segretari e leader politici perché vengano tenute in considerazione al momento della compilazione delle liste.

“Sono tutte donne – continua Golfo – con alle spalle grande esperienza nelle imprese, nelle professioni, nell’associazionismo. Alcune di loro hanno avuto incarichi nelle assemblee locali ma la maggior parte sono neofite, donne con spirito di servizio, pronte ad accettare la sfida e a mettersi in gioco perché convinte che una democrazia compiuta non possa fare a meno della voce della metà della popolazione. La loro risposta, il loro entusiasmo mi hanno profondamente colpita perché parlano di una società civile pronta a impegnarsi in modo consapevole e responsabile. La politica deve attingere a questo immenso patrimonio morale e professionale se vuole risvegliare quell’energia vitale, quel coraggio e quella passione senza cui ogni ricetta e strategia non possono funzionare. Dalle nostre ricerche risulta che quasi la metà delle donne italiane reputa queste elezioni cruciali per il futuro del Paese ma allo stesso tempo le statistiche segnalano che quasi 5 milioni di donne sono pronte ad astenersi dal voto. E questo perché finora si sono sentite escluse dalle decisioni e dalla guida del Paese. La politica ha il dovere di includerle e noi non ci fermeremo finchè le donne non saranno la metà dei parlamentari e dei membri delle giunte. Il nostro appello è ai partiti ma anche alle donne. Noi ci mettiamo la faccia, ma le donne devono metterci il voto e dove potranno esprimere le preferenze, a partire dalle primarie del Pd fino alle elezioni regionali in Lombardia e Lazio, devono votare altre donne. Non un voto di genere ma un voto per la serietà, l’onesta, l’impegno e le competenze di tante donne che vogliono esserci e contare”.