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Romano Prodi

jihad, media, pubblicità, Senza categoria Febbraio 26, 2015

Monica Maggioni, RaiNews24: basta filmati di Isis. Ma è la scelta giusta?

Monica Maggioni, direttora di RaiNews24, comunica la decisione di non trasmettere più i filmati di Isis.

L’intento è non essere più veicolo di propaganda, diffondendo prodotti di grande efficacia comunicativa realizzati con una duplice finalità: spaventare l’Occidente e arruolare foreign fighters con la suggestiva proposta di una terra promessa in cui saranno finalmente qualcuno. Prendete l’ultimo orrendo video, l’esecuzione dei 21 cristiani copti su una spiaggia libica: c’è molta discussione sul fatto che possa essere un fake. Quasi certamente non lo è, ma i suggestivi elementi di fiction sono molti ed evidenti: i boia in nero alti una spanna in più dei prigionieri a suggerire un superomismo invincibile (ci sarà stato un casting per selezionare i “corazzieri”); quella risacca di sangue nel nostro mare. Una notevole abilità “pittorica”: la scelta dei colori, le inquadrature, il montaggio. Una consapevolezza dei meccanismi base della comunicazione pubblicitaria, che fa pensare che oltre ai foreign fighters siano stati arruolati foreign copy.

Filmati realizzati perché vengano diffusi urbi et orbi: trasmettendoli si asseconda il progetto dei nazislamisti. E comunque quei filmati fanno audience, può esservi quindi un interesse commerciale di una testata a mandarli in onda.

Ma ci sono anche ragioni contrarie alla scelta di non trasmettere i video.

La prima ragione è che quando diventi giornalista sai che il fondamento del tuo lavoro e della tua etica è rendere nota ogni notizia che ti capiti di intercettare: tenerla per te è una specie di abuso ai danni dell’opinione pubblica (altra cosa, ovviamente, è decidere di oscurare i frame più cruenti). La seconda ragione è che, ai fini della non-propaganda, il blocco da parte della tua testata sarà solo una volonterosa goccia nel mare: via tv o online, i filmati troveranno mille altri mezzi di diffusione. Non sarebbe più utile, anziché censurare, una lettura critica di quei video, capace di smontarli nel loro impianto comunicativo?

Terza ragione è che la trasmissione di quei video horror ha avuto quanto meno il merito di elevare la consapevolezza: un anno fa pochi sapevano di Isis, oggi siamo tutti informati. Quarta: la non-trasmissione dei filmati può assecondare l’umanissima e autodifensiva volontà -molto diffusa- di non saperne niente. Occhio non vede, cuore non duole. Ci si comporta così, di solito, quando ci si trova di fronte a un problema al quale non si sa dare soluzione: è la politica dello struzzo. Ma essere consapevoli del fatto che il problema esiste, che è enorme, e che è di difficilissima soluzione è senz’altro una strategia migliore. Non aver voluto, non aver saputo vedere ci ha portati fin qui.

Leggo in questo senso le dichiarazioni di Romano Prodi intervistato dal Fatto Quotidiano sulla Libia:

Una catastrofe per colpa nostra, dell’Occidente… Non era difficile prevedere che si sarebbe arrivati a questo punto, davvero non lo era neppure nel 2011… Cosa bisogna fare non lo so. Oggi non lo so più, mi creda. So bene quanto si sarebbe dovuto fare dopo la caduta di Gheddafi. Bisognava mettere tutti attorno a un tavolo, invece ognuno ha pensato di poter giocare il proprio ruolo… La situazione è davvero di una gravità eccezionale, non possiamo fare finta che le nostre azioni non abbiano inciso nel produrre tutto questo… La Libia è dietro l’angolo.

p.s: Personalmente sono per la trasmissione -tolte le immagini cruente- accompagnate da uno “smontaggio” critico del prodotto.

Politica Aprile 20, 2013

“A congresso subito”: parla Puppato

Laura Puppato in treno, sta rientrando in Veneto per una domenica in famiglia. La segreteria del Pd si è appena dimessa in blocco.

La prima cosa che le chiedo è come ha votato nell’ultimo scrutinio.

Ho tentato in tutti i modi di portare il Pd su Rodotà. Anche dopo che il nome di Prodi è stato bruciato, ed è stato un grave errore, perché il profilo internazionale della sua candidatura era molto interessante. Non ci sono riuscita. Alla fine ho votato Napolitano“.

Chi ha affossato Prodi?

I dalemiani, in blocco. Una parte di mariniani, per senso di rivalsa. Quanto ai renziani, Matteo Renzi dice di aver dato un’indicazione chiara e univoca, ma probabilmente alcuni tra loro hanno colto l’0ccasione per dare la scossa definitiva a Bersani“.

Qual è stato il vero ostacolo alla candidatura Rodotà?

Proprio l’atteggiamento oltranzista dei 5 Stelle. Anzi, di Grillo. Rodotà era disponibile a ritirarsi per far convergere i voti su Prodi, molti dei 5 Stelle la valutavano come un’ipotesi ragionevole, ma poi è arrivato il niet di Grillo. Il suo vero obiettivo è la distruzione del Pd. Credo che oggi Rodotà sia dispiaciuto del fatto di non aver ritirato la sua candidatura. Il nome di Prodi era l’unica possibilità per evitare il governo a larghe intese. E invece, purtroppo, il bene del Paese è scivolato il secondo piano. Ognuno ha condotto la sua battaglia. Hanno vinto i personalismi, lo sfascimo, il tanto peggio-tanto meglio“.

Che cosa capiterà al Pd?

Nichi Vendola dice che sarebbe bene anticipare i congressi di partito a maggio. Credo abbia ragione. Non possiamo aspettare. Ma la cosa prioritaria è definire in modo chiaro punti di programma e principi condivisi. Non possiamo più permetterci di ridiscutere ogni volta daccapo su qualunque questione. Il segretario andrà scelto sulla base di intenti chiari e condivisi“.

Ha già in mente un nome per la segreteria?

Onestamente non ci ho ancora pensato“.

Pensa che ci sia un rischio concreto di scissione?

Sarei disonesta se dicessi di no. Ma credo che quella che giudico la parte migliore del Pd tenga molto al fatto che il partito non si divida. L’altro giorno, per consolarmi, pensavo che la Chiesa è riuscita nel rinnovamento, partendo da problemi non meno gravi dei nostri. Perché non dovremmo farcela noi? Io mi sento un po’ come Don Milani, che la Chiesa non l’ha mai lasciata. Pur con tutti i problemi, con tutte le criticità, voglio continuare a far parte del Pd“.

Politica Aprile 19, 2013

Tiratemi i pomodori se sbaglio

Sì, lo so, è la terza volta che titolo “pomodori” in pochi giorni. Ma tiratemeli (virtuali) se non azzecco almeno un pezzo del film che vedremo domattina.

Dunque, azzardo: bruciato Marini e lessato Prodi –con un’ampia e orchestrata raffica di fuoco amico- domattina potrebbe toccare a D’Alema. Il quale, sì, spaccherebbe il partito, ma il Pdl lo voterebbe in massa.  E se va come dico io, lo voterebbero pure i renziani. E per una semplice ragione: che il presidente della Repubblica D’Alema potrebbe conferire l’incarico di governo a Matteo Renzi, governo di larghe intese destinato a durare certamente un bel po’. E se no cosa c’è andato a fare l’altro giorno a Firenze?

Del resto Renzi, che è molto intelligente, sa bene che la sua fulgida stella potrebbe rapidamente tramontare. Non può permettersi di aspettare più di tanto. Dal canto suo D’Alema, che è perfino più intelligente di Renzi, farebbe un figurone: vedete? Lui mi voleva rottamare, e io lo incarico.

Le defezioni e la sparatoria nel Pd sarebbero inferiori alle aspettative: un governo relativamente stabile consentirebbe ai parlamentari rottamandi di tirare avanti un altro po’, e a molti miracolati dalle primarie di Capodanno di non tornarsene a casa con le pive nel sacco nel giro di pochi mesi. E si sa, la carne è debole.

Se poi tutta questa trafila, da Marini a D’Alema, sia un congegno diabolico, concepito da Max e oliato da Berlusconi, o solo l’inanellarsi di una clamorosa serie di errori, se è che Bersani ha proprio sbagliato di tutto e di più, o che è semplicemente il maggiordomo di D’Alema, sarà la storia a dirlo.

Direte voi: ma la base si ribellerà all’inciucio! Se non l’ha voluto con Marini, figuriamoci con D’Alema. Alle prossime urne il conto sarà salatissimo. Ma, dico io: il tempo sana tutte le ferite. Intanto si tira avanti, poi si vedrà. Lasciateli governare almeno un paio d’anni, e passerà tutto.

A me pare plausibile. Molto più di una improvvisa e tardiva conversione alla proposta Rodotà e di un’alleanza con i 5 stelle.

Che poi io sia contenta, se andrà in questo modo, non potrei dirlo. Ma conta ben poco.