Occhi puntati su Regione Calabria, dove il 25 marzo in vista del voto di novembre si tenterà di approvare la doppia preferenza di genere contro la scandalosa misoginia istituzionale: 1 donna contro 31 uomini. Finora i tentativi si sono scontrati con una furibonda resistenza maschile
Calabria, legge elettorale: la resistenza degli ultimi machi
Su 51 consiglieri in Regione Calabria le donne sono due (peraltro entrate per puro caso, subentrando a colleghi eletti in parlamento o arrestati): percentuale grottesca. Non troverete un solo maschio calabro che non vi canti la forza e la determinazione delle proprie madri, sorelle, compagne, figlie e concittadine. Ma quando si tratta di permettere a queste virtù di esercitarsi nello spazio pubblico, lo sbarramento è totale.
Con una presa di posizione antistorica, in totale controtendenza rispetto al mainstream, il 3 giugno scorso il Consiglio Regionale calabrese non ha accolto l’emendamento che prevedeva l’introduzione della doppia preferenza di genere, almeno un terzo di candidate donne e l’alternanza dei candidati nelle liste elettorali. La legge elettorale così come approvata, viola non solo dello Statuto della Regione Calabria, dal quale emerge il dovere di promuovere condizioni di parità tra i sessi nell’accesso alla carica di consigliere regionale, ma anche gli artt. 51, 117, 3 della Costituzione.
La Consigliera di Parità Stella Ciarletta ha scritto al presidente Matteo Renzi e alla ministra per gli affari regionali Maria Carmela Lanzetta (ex-sindaca di Monasterace) per richiedere le promozione della questione di costituzionalità sull’anacronistica decisione del Consiglio
Nel frattempo è stata lanciata una petizione, sottoscrivibile qui.
I tempi sono strettissimi: in Calabria il prossimo autunno si andrà al voto per la Regione.
Diamo una mano alle amiche calabresi.