La prima cosa da dire della neo-Miss Italia è che è veramente bellissima. La seconda: affermando che le sarebbe piaciuto vivere “nel 1942” per vedere dal vero com’era la guerra, la ragazza Alice Sabatini ha detto una grandiosa cretinata.
Del resto, la domanda (“in quali tempi vi sarebbe piaciuto vivere?”) era formidabilmente idiota, e idiozia chiama idiozia. Una non si inguaia a dire “nella Firenze Medicea”, o “durante le 5 giornate di Milano”. Era in palla per l’emozione, ormai era chiaro che la corona di Miss sarebbe stata sua. Le è venuto 1942, ha sparato una cavolata a caso, poi si è incartata con la guerra, ha 18 anni e le pigne nel cervello. Sembra una donna fatta, con quel fisico bestiale da cestista, ma è solo una ragazzina.
A 18 anni ero una ragazza studiosa ma anch’io avevo le mie pigne nel cervello. Di cretinate ne ho dette e fatte tante. Se poi si tiene conto che, con una vita media sulla quarantina, un tempo le 18enni potevano già essere madri o regine, e i 18 anni di oggi sono grossomodo i 14 della mia generazione, si capisce che il rischio-cretinate è piuttosto alto.
Tutto abbastanza nella norma.
Nella norma, purtroppo, anche il fatto che se una splendida figliola che accende il desiderio negli uomini e l’emulazione invidiosa nelle donne inciampa goffamente, offre una magnifica occasione alla misoginia. Alla ragazza è stato detto di tutto, dal semplice “oca” al solito trucido “puttana”. I social si sono riempiti di insulti. Una rabbia smodata, che si giustifica solo con un odio appena sotto traccia in cerca di pretesti per manifestarsi. Sentimento alimentato da una paura atavica: non, s’intende, della bambina scemetta, ma di quel trionfante corpo di donna e della potenza che rappresenta. Una magnifica preda sacrificale.
La ragazza Miss, che evidentemente scema non è, lo ha oscuramente intuito: “Penso che mi avrebbero insultata anche se avessi risposto diversamente”.
La misoginia è anche femminile, e sono state molte le donne che hanno partecipato al linciaggio simbolico: niente di strano anche in questo. Patricia Highsmith ci ha scritto deliziosi racconti, e c’erano tante donne nella folla che acclamava i roghi delle streghe.
Direi che questa storia pleistocenica è un’ottima occasione per interrogarsi sugli archetipi, tenendo conto del fatto che, come diceva Freud, nel nostro inconscio passeggiano i dinosauri.