Un blogger maschio, Paolo Baldini, sul Corriere di oggi (“Misoginia online”, pag. 33) parla di noialtre blogger femmine, e dei troll che ci perseguitano. E’ un fenomeno mondiale e piuttosto studiato: che fare? affrontare o censurare?
Qui noi ce ne intendiamo, vero? E potrei dire al collega Baldini e a tutti che i troll misogini sono sostanzialmente di tre tipi:
1. i violenti, gli odiatori di donne puri, quelli che nascosti dai nick ti danno della p…a e altre cose del genere. Quelli che se non gli dai ragione esplodono furiosamente -nella vita reale sarebbero botte-, come quel tal Roberto Mazzuchelli che su Facebook scrive, rivolto a me e ad altre donne che stanno discutendo: “Ma allora hanno ragione quelli che dicono che le donne hanno un neurone solo!”. Bloccato.
2. i negazionisti: questi sono militanti veri pro-patriarcato e anti-misandria, organizzati in blog sfigatissimi dove non va nessuno, che cercano in ogni modo di dimostrare in modo più o meno garbato che le donne stavano molto meglio prima quando agli uomini era permesso essere “veri” uomini, e che oppressione, emarginazione, sfruttamento e violenza sono tutte balle. Uno che per esempio mi ha sottoposto una sfilza di domande assurde via Facebook, e poiché io mi ostinavo a non rispondergli ha provato con le brutte: “Marina, str..a, perché non rispondi alle mie domande?”. (bloccato) O come quest’altro, autore di questa formidabile cretinata: “Marina, stai prendendo un granchio enorme: sono meno di 200 le donne che ogni anno in Italia perdono la vita per mano maschile… Il cancro è invece responsabile della morte di migliaia di donne ogni anno in Italia e nel mondo”.
3. i paternalisti: quelli che chiosano ogni cosa che tu dici, che commentano il tuo stile, che ti spiegano bonariamente che cosa devi pensare-dire-fare, a cui dà un terribile fastidio la tua libertà di pensiero: e anche qui, guai se obietti, perché partono i vaffa. (bannati). Sono i più insidiosi, perché si presentano amichevolmente, salvo strapparsi la maschera quando non li assecondi e non gli dici “Certo, caro. Hai ragione tu, caro”.
Tutti questi uomini compongono online la questione maschile. La stessa che vediamo, sperimentiamo, subiamo offline. La debolezza, la paura che diventa violenza. Non soltanto non sono disposti ad ascoltare e non sopportano il tuo protagonismo intellettuale e politico, ma basta che tu reagisca fermamente perché perdano il controllo e partano insulti e minacce (le mani online non le possono menare).
E poi ci sono tutti gli altri, sempre di più. Uomini a cui non serve, per sentirsi uomini, darsi continue prove di saper tenere le donne “sotto”. Uomini che sono stanchi del modello patriarcale, che le donne le vogliono al loro fianco, con tutta la fatica che questo comporta. Perché hanno capito che anche a loro conviene così. Noi li amiamo.
p.s. Solo un appunto al collega Baldini, quando dice: “Difendo le donne… dall’incivile misoginia della rete. Dall’assalto dei troll anti-minoranze“. Noi non siamo affatto una minoranza. Noi siamo la maggioranza.