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killer application

Politica Febbraio 2, 2013

Le primarie sono finite

Ieri l’abbraccio tra i Pd brothers Bersani e Renzi  in casa dello sconfitto, a Firenze.

Matteo Renzi si sta comportando benissimo nel dopo-partita, dando il meglio di sé e senza recriminare: è giovane, guarda più in là, il mondo è suo. Anche il tour della lealtà che farà a sostegno di Bersani nelle regioni in bilico, qui in Ohio, in Veneto, in Campania, eccetera, è un ottimo investimento sul futuro.

Ma le primarie sono finite, quell’abbraccio ha un che di malinconico, e non può rilanciare gli entusiasmi. I sondaggi registrano il colpo accusato per il caso Monte dei Paschi, vicenda che ci accompagnerà fino al gong del 24 febbraio. Sono in arrivo le killer application di Monti e Berlusconi, e Beppe Grillo (in crescita: qualcuno lo dà terzo partito al 18 per cento) farà il botto finale con un comizio a Roma, San Giovanni, piazza storicamente comunista, e poi diessina e infine democratica: evento dal forte carico simbolico. Se il trend è questo, l’ago della bilancia, altro che Monti, sarà il Movimento 5 Stelle, e con questa possibilità è bene cominciare a fare i conti.

Tutto fa ritenere che il Pd debba duramente impegnarsi per contenere le perdite. Le liste sono quelle che sono, “società civile” ce n’è poca, troppe scelte cosmetiche, troppi parenti e amici, c’è voluta una mobilitazione perché i garanti estromettessero alcune candidature dubbie, i “vecchi” sono rientrati quasi tutti (e  per parte di quelli lasciati fuori si prospetta un incarico in un futuro eventuale governo Bersani) e spesso sono presuntuosamente gaffeur (Finocchiaro e le bidelle). I “giovani” si stanno vedendo poco, e non suscitano grandi entusiasmi: Fassina non è certo Renzi, la sua aria sofferente e insofferente non aiuta. I “civici” in tv non passano, e in questa campagna la tv continua a pesare molto. Il programma politico non è autoevidente, manca una narrazione precisa e convinta che renderebbe tutto molto più chiaro. O meglio: forse c’è, ma non si vede.

Un andamento che sta deludendo anche molti bersaniani alle primarie: il senso è quello di un passo incerto, claudicante, e di un tono bipolare (tra certezza della vittoria e terrore, maniacale senso di superiorità e autostima sottozero). Di un Bersani almeno in parte impedito dal gioco delle correnti.

Mancano appena tre settimane, e il potenziale rovinoso della vicenda Mps (in arrivo gli avvisi di garanzia) può essere contenuto solo, omeopaticamente, dando il senso di una restituzione del maltolto:

impegno per una drastica riduzione dei costi della politica condotta con mano ferma: rinuncia al finanziamento pubblico, abolizione delle province e di tutti gli enti inutili, dimezzamento del numero dei parlamentari, riduzione di stipendi, indennità ed emolumenti, tetto alle spese -i 124 milioni per tenere in piedi la Camera nel 2012 sono intollerabili- e così via, sapendo bene che con ciò non si diminuisce il debito, ma certamente si aumenta la fiducia

• adozione di una legge anti-evasione rigorosissima, eventualmente sul modello americano: le buone leggi ci sono già, basta importarle. Piano per una riduzione graduale delle aliquote in corrispondenza dei maggiori incassi

nuova legge elettorale (anche perché secondo la gran parte degli osservatori la legislatura non durerà , e il tema del voto si riporrà a breve)

Il tutto nei primi 100 giorni.

Si potrebbero fare tante altre cose, ma queste tre, a me pare, sono decisive.

Questa è la killer app che consiglierei.

Politica Maggio 9, 2011

BOTTO FINALE

Si chiama killer application quel colpo finale a sorpresa, quell’uppercut che all’ultimo mette ko l’avversario politico: ricordate la faccia di Berlusconi che pronuncia il magico mantra “abolirò l’Ici”?

In genere la killer application è piuttosto costosa, più soldi hai da mettere sul tavolo e meglio ti viene. Scherzavo nell’ultimo post: “tutti gratis a Sharm”, “sconti dal chirurgo Santanché”, “pago io la tassa dei rifiuti per un anno”, o anche solo “ingresso libero nei miei cinema“: sono qui che aspetto il botto finale. Ma se soldi non ne hai, il populismo non ti viene bene.

Per questo pensavo che di fronte a uno spiegamento così immane di mezzi -tutto, pur di non perdere Milano- al “povero” centrosinistra non resta che giocare su un altro piano, che per me non può che essere il seguente -l’ho detto sabato a un dibattito con Manfredi Palmeri, Stefano Boeri, Piero Bassetti, Aldo Bonomi e altri, e lo ripeto-: una squadra di governo fatta di donne e uomini immediatamente riconoscibili dalla città come meritevoli, competenti e portatori di uno spirito innovativo. Una squadra forte, riconoscibile anche nel suo spirito di generosità e di servizio, e che con l’inattualità del suo gratis costituisca una sfida lampante ed efficace all’enorme schieramento di risorse economiche che ci troviamo a fronteggiare. Una squadra Big Society che possa fare innamorare i cittadini, insomma, al di là degli schieramenti.

Dipendesse da me, questa squadra l’avrei già presentata. Se si andrà al ballottaggio, la presenterei la sera stessa del 16 maggio. La squadra dovrebbe essere la killer application del centrosinistra. Gente di cui fidarsi. Io credo che così possa vincere.