Forse un prelievo forzoso sui conti correnti, pur in tutta la sua odiosità sarebbe stato più equo: almeno i cc non ce li hanno solo i lavoratori dipendenti, qualche ricco che non ha portato i soldi in Svizzera e alle Cayman ci sarà pure.

Ma l’aumento fino al 110 per cento degli acconti Irpef e Ires, che diventano un saldo anticipato delle imposte sul reddito che forse produrrai l’anno prossimo -e dico forse perché di questi tempi non si sa mai- è un colpo di grazia in particolare per chi, detenendo appena il 30 per cento della ricchezza nazionale, mi riferisco al lavoro dipendente, paga già l’80 per cento delle tasse. E in mancanza di misure antievasione incentiva ulteriormente il furto di chi già tranquillamente evade, secondo la nota teoria berlusconiana della legittima autodifesa dallo Stato ingordo. Così chi è ricco diventa sempre più ricco, tendenza che le statistiche continuano a registrare.

Tutto sommato con un aumento dell’Iva forse ti potresti regolare: stringi ulteriormente i cordoni e in qualche modo ti arrangi. Ma di qui non scappi, e ti senti anche preso per i fondelli, anzi vessato e umiliato all’estremo. L’autunno sarà spaventoso, con la crisi al suo climax, e con Imu, Tares e “anticipo” Irpef maggiorato. In vista del quale molti altri si aggiungeranno a quella maggioranza di italiani che per quest’anno faranno a meno di andare al mare. E per fortuna fa fresco, Dio è buono.

Questo governo governa male e in modo iniquo, con effetti ulteriormente e spaventosamente depressivi. Si conferma il sospetto, come dicevamo qui, della politica come mondo duplex, che viaggia su una sua orbita parallela: quella gente non vive una vita reale, non sa quello che fa. Signore perdona loro.

Se fossi una capopopolo, se fossi una Masaniella, indirei un colossale, gigantesco sciopero fiscale. 

Se il fisco non è equo, che lo sia almeno l’evasione. Uguale per tutti.