Il Fertility Day lo terrei in piedi, anche se il nome è orribile. Risignificandolo totalmente e offrendo strumenti efficaci, alle donne prima di tutto – sono loro a decidere se mettere al mondo un figlio- perché possano liberamente decidere quando, tenendo conto di limiti naturali inaggirabili
Un docu-film per il 25 novembre, giornata contro la violenza
Leggo l’editoriale dell’ottimo Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale: “Se tutte le donne andassero a scuola, se tutte le donne si laureassero, se tutte le donne smettessero di guardare programmi televisivi dove le donne sono svilite… se non comprassero più i prodotti che fanno pubblicità usando il corpo delle donne… se votassero solo le donne... Se tutte le donne si organizzassero. Se tutte le donne facessero sentire la loro voce. Se tutte le donne sapessero il potere che hanno“.
Se tutte le donne, aggiungo io, si convincessero che il momento è adesso, quello che ho chiamato qui sotto fase ricostituente, intesa come ripartenza corroborante ed empowering, tenendo bene a mente, come numi tutelari, come angeli custodi, come sorelle, come madri, le 21 pioniere costituenti. E per fase ricostituente voglio significare soprattutto -altro che terzo polo!- completare la nostra democrazia a partire dall’assunzione del doppio sguardo, maschile e femminile. Il vero bipolarismo! Che è ora di fare la politica, e di farla a modo nostro. O meglio ancora, di prendere la politica che già facciamo e di portarla a governare il paese…
Alle amiche che passano di qui io domando questo: voi percepite in voi e nelle altre questo desiderio, già formato o in embrione?
Seconda domanda: se questo desiderio si sta effettivamente muovendo, che cosa ne fate? dove lo portate? quali sono i luoghi giusti per praticarlo? quali uomini scegliete come interlocutori?
Do a questo post molta importanza. Forse quello della costruzione di un patto.
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