Giuro che la domanda non è retorica: toccherebbe secondo voi a Beppe Grillo -o a chi amministra per lui la pagina Facebook- ripulire il suo wall da questa immondizia? Risposta: sì, perché chi apre uno spazio pubblico, e una pagina Fb lo è, se ne rende responsabile, almeno nei limiti delle sue possibilità. O invece: risposta no, perché cancellare questa roba equivarrebbe a “censurare” la realtà. Meglio che si veda come stanno le cose.
Il fatto è che quello che si vede in questa pagina è la persistenza dei veleni violentemente misogini, da cui anche le donne come potete osservare non sono immuni: Boldrini non viene cioè attaccata o criticata, cosa ovviamente legittima, con argomenti politici e su questioni politiche. Si coglie l’occasione di un atto di Boldrini, donna assertiva e in una posizione di grande responsabilità e visibilità, per ricondurre lei, e con lei tutte le altre, alla sua “naturale” posizione di ricettacolo degli umori maschili, in senso figurato e anche letterale. Si tratta, cioè, di un’operazione di potere. Perfino la Presidente della Camera è semplicemente una “vacca”, “baldracca” etc. (figuriamoci le altre) e l’attività che le si conface, altro che presiedere l’assemblea dei Parlamentari, è “pulire il cesso”, come una qualunque rassicurante surrendered wife.
Il collega Pierluigi Battista ha ottenuto l’ambita nomination nella lista di proscrizione dei giornalisti nemici del M5S. Ma la qualità delle critiche e degli insulti è stata di natura ben diversa -cioè non sessuale– da quella riservata a Maria Novella Oppo. Pure lei, come Boldrini, ricondotta brutalmente alla sua funzione di ricettacolo materiale.
Insomma: che cosa dovrebbe fare Beppe Grillo? Ignorare e lasciar fare, o cancellare (o quanto meno prendere posizione, dissociandosi)?