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francesco rutelli

leadershit, Politica Dicembre 2, 2015

Elezioni amministrative: basta con l’uomo solo al comando. Fateci vedere la squadra

Linus, direttore di Radio Dj, è un tipo molto capace nel suo lavoro oltre che parecchio simpatico. A qualcuno del Pd milanese è venuta l’idea balzana di chiedergli di candidarsi alle primarie per la scelta del candidato sindaco. Non si sa bene a chi: di fronte al suo garbato rifiuto (“non sono all’altezza… la politica mi fa abbastanza impressione“) e alle ironie della rete, oggi tutti nascondono la mano. Un agnello sacrificale della società civile sarebbe molto utile per non dare l’idea che queste primarie sono primarie solo del Pd -e non del centrosinistra- e che Beppe Sala, commissario e ad di Expo, nei fatti non ha veri competitor. Un po’ di cortina fumogena. Peccato, anche stavolta non è andata.

C’è un fatto: tolto il caso di Beppe Sala, candidato unico del partito unico per la città unica etc etc, tutti gli schieramenti fanno una gran fatica a indicare nomi di possibili candidati/e. La bizzarra operazione Linus si spiega anche così. A Milano vive un sacco di gente, e nel sacco c’è anche tanta gente capace e competente. Eppure nomi non ne saltano fuori.

La politica delle donne mi ha insegnato a interrogare gli ostacoli anziché cercare di dribblarli, e a scrutare anche nei vuoti e i silenzi: quando persistono, è perché lì c’è qualcosa di significativo e anche di buono da capire. In questo caso, nella fatica di trovare “il nome”, il buono è che degli uomini soli al comando -e anche delle donne, quelle poche volte che capita- probabilmente ci fidiamo sempre meno. Tu eleggi uno (o una) che poi mette insieme la squadra in base a criteri spesso imperscutabili -un po’ di Cencelli, le spinte e controspinte dei grandi elettori, le simpatie della moglie, metti una sera a cena quattro chiacchiere tra amici-, con qualche rischio per le effettive competenze e quindi per il funzionamento dell’amministrazione.

La squadra, invece, quella che prenderà decisioni non irrilevanti per le nostre vite, quella che deciderà come gestire tutti i soldi che scuciamo come contribuenti e così via, ecco, forse sarebbe il caso di conoscerla prima. O quanto meno, lasciando qualche inevitabile margine di manovra per le alleanze al ballottaggio, sarebbe utile conoscere lo “squadrone” rappresentativo di un progetto e di un’idea di città dal quale il sindaco/a, primus/a inter pares, pescherà il suo team (con tutti gli altri comunque ingaggiati nell’impresa).

Ecco perché mi ritrovo perfettamente nell’impostazione suggerita da Francesco Rutelli, ex-sindaco di Roma: basta con l’uomo solo al comando,l’abbiamo già visto per carità. È giusto che il sindaco sia la guida, il direttore d’orchestra. Quella che è fallita è la solitudine del comando. Ed è per questo che a mio avviso che prima di andare a scegliere i candidati, o assieme a questa scelta, a Roma e nelle altre città si dovrà andare verso l’identificazione di progetti, ma anche e soprattutto di squadre di governo, di personalità, di competenze, perché la solitudine ha dimostrato di avere fallito“.

Se posso dire, una logica più femminile che maschile.

Donne e Uomini, Politica Luglio 19, 2012

Caro Rutelli -dillo anche agli altri-: siamo la maggioranza, e non vi voteremo

Cari Senatori che ieri nel corso di una tempestosa discussione sulla riforma costituzionale avete respinto l’emendamento presentato da Italia dei Valori -50/50, donne e uomini, per i seggi in Senato– sappiate che le donne sono la maggioranza in questo Paese, e coerentemente con quanto promesso da tempo, alle prossime elezioni non vi voteremo e faremo campagna contro di voi.

Non voteremo più per quei partiti che non assumeranno come un problema l’eccesso maschile nelle istituzioni rappresentative.

Contro le quote al Senato ieri hanno votato (annotare sul libro nero):

Pdl, Lega, Udc e Coesione nazionale-Grande Sud.
Francesco Rutelli di Api, Giuseppe Valditara di Fli
i radicali Marco Perduca (qui il suo incredibile intervento, dove spiega, in sostanza, che allora esistono anche i trans) e Donatella Poretti.

Le motivazioni, non raccontiamoci balle, quale “incostituzionalità”, sono: 1.tenersi le mani libere  2. non trovarsi costretti a dover rinunciare a posti, nemmeno a uno, per cederli alle donne.

C’è chi vorrebbe liste elettorali monosex, composte da soli uomini, per onorare un patto fra uomini per escludere le donne. Questa è la verità: un patto tra maschi per escludere le donne“, ha commentato Vittoria Franco del Pd.

La democrazia è nata proprio così: un patto tra uomini per escludere le donne (Habermas). L’esclusione delle donne non è stato uno spiacevole incidente, ma esattamente quello che si voleva ottenere.

Non può più funzionare.

p.s.: I giornali oggi sostanzialmente ignorano la notizia

p.p.s.:  Se Non Ora Quando dovrebbe fare un chiasso del diavolo su questo, ma al momento silenzio

economics, esperienze, Politica Gennaio 7, 2012

Ma l'hanno capita?

Leggo su Affari Italiani di Rutelli, Casini, Schifani e non so chi altri alle Maldive in un super-resort da svariate migliaia di euro a notte.

Non so se sia puro gossip o se corrisponda al vero, cifre comprese. Magari è un last minute a cifre molto più accessibili. Non so, non giudico, in assenza di dati certi. E del resto, ognuno i propri soldi, tanti o pochi che siano, ha diritto a spenderli come meglio crede, ci mancherebbe altro.

Mi permetto solo un’osservazione: se uno che fa la politica di professione in un momento così difficile va alle Maldive, a prezzo pieno o con sconto, dà l’idea di essere un po’ sconnesso dal resto del Paese, e in particolare da quella parte di Paese che sta facendo molta fatica a tirare avanti. Non per fare facile demagogia, che mi interessa molto poco, ma mi domando se si sia davvero capito quello che sta succedendo, in che fase storica siamo, davanti a quali sfide ci troviamo.

Perché se uno che fa politica di mestiere non ha capito questo, be’, la faccenda è seria.

TEMPI MODERNI Aprile 1, 2009

IL GRANDE RUTELLI

Buon ultimo, Francesco Rutelli tuona contro i reality. “Credo” dice “che certi modelli proposti, ad esempio dai reality televisivi, non aiutino i nostri giovani a crescere”. Grande Fratello, che ha inaugurato la stagione dei reality, in verità è alla sua nona edizione: Rutelli deve avere i riflessi un po’ lenti. Lo dico in generale: è anche diventato un democratico cristiano quando ormai la Dc non c’era più.

E poi, se mi è consentito, c’è reality e reality. La fattoria è inguardabile. GF quest’anno non è male: la conduzione di Alessia Marcuzzi è professionale e beneducata, le volgarità sono sanzionate, il cast offre uno specchio della società reale. E tutti i ragazzi lo guardano: ottima ragione per dargli un’occhiata, senza pregiudizi.