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AMARE GLI ALTRI, Corpo-anima, Donne e Uomini, Politica Maggio 27, 2011

CON IL MINIMO DI ODIO

Una quota di male è ineliminabile -“male necessario”, lo ha chiamato una volta Papa Ratzinger- in tutte le cose umane. E’ la nostra parte corruttibile e dolente. Ma se devo fare un bilancio di questa folgorante esperienza politica milanese che sta per chiudere la sua fase fondativa, avrei da dire questo: che il male, che l’odio è stato tenuto al minimo.

Se la vediamo come una campagna elettorale, certo, sì, i toni sono stati accesi. Direi per responsabilità esclusiva del centrodestra, che ha lavorato sulla materia prima della paura. Target: cervello rettile. Risultati: scarsi. L’organo da bersagliare stavolta era il cuore.

Ma questa non è stata una semplice campagna elettorale. Le elezioni sono state l’occasione per una muta di pelle a cui la mia città, sensibile e nevrile, era pronta. Una piccola rivoluzione, che è cominciata qui.

E questa piccola rivoluzione sta capitando senza odio, o con il minimo odio indispensabile. E’ incruenta, affettuosa, e sporca poco. Riempie le piazze ma le lascia pulite e in ordine. Non ci sono state occasioni di “contatto”, come si dice. Tutto sta capitando con un po’ di arancione, che è precisamente il colore radioso di questa energia, con l’intenso e microfisico lavoro di tutti quelli che se ne sono resi mediatori viventi -l’energia, la vita, si potrebbe dire l’amore, se il termine non avesse necessità di essere riqualificato in seguito a un notevole abuso, vengono prima di chi le interpreta-, con la rete. E con pochissimo odio per gli antagonisti, inteso come spreco di questa energia. Io intendo questo come molto femminile: il femminismo, del resto, è stata un’enorme rivoluzione senza sangue.

Avevo voglia di segnalare questa meravigliosa novità della lotta politica, dopo anni di risse continue. Se c’è una lezione che viene oggi dalla mia città, è questa. Poi di giunte, di incarichi, di nomi e di tutto il resto avremo il tempo di parlare.

Politica Maggio 9, 2011

BOTTO FINALE

Si chiama killer application quel colpo finale a sorpresa, quell’uppercut che all’ultimo mette ko l’avversario politico: ricordate la faccia di Berlusconi che pronuncia il magico mantra “abolirò l’Ici”?

In genere la killer application è piuttosto costosa, più soldi hai da mettere sul tavolo e meglio ti viene. Scherzavo nell’ultimo post: “tutti gratis a Sharm”, “sconti dal chirurgo Santanché”, “pago io la tassa dei rifiuti per un anno”, o anche solo “ingresso libero nei miei cinema“: sono qui che aspetto il botto finale. Ma se soldi non ne hai, il populismo non ti viene bene.

Per questo pensavo che di fronte a uno spiegamento così immane di mezzi -tutto, pur di non perdere Milano- al “povero” centrosinistra non resta che giocare su un altro piano, che per me non può che essere il seguente -l’ho detto sabato a un dibattito con Manfredi Palmeri, Stefano Boeri, Piero Bassetti, Aldo Bonomi e altri, e lo ripeto-: una squadra di governo fatta di donne e uomini immediatamente riconoscibili dalla città come meritevoli, competenti e portatori di uno spirito innovativo. Una squadra forte, riconoscibile anche nel suo spirito di generosità e di servizio, e che con l’inattualità del suo gratis costituisca una sfida lampante ed efficace all’enorme schieramento di risorse economiche che ci troviamo a fronteggiare. Una squadra Big Society che possa fare innamorare i cittadini, insomma, al di là degli schieramenti.

Dipendesse da me, questa squadra l’avrei già presentata. Se si andrà al ballottaggio, la presenterei la sera stessa del 16 maggio. La squadra dovrebbe essere la killer application del centrosinistra. Gente di cui fidarsi. Io credo che così possa vincere.

Politica Marzo 5, 2011

SPARTITOCRAZIA

Il sogno civico a Milano sembra sul punto di infrangersi contro il muro della spartitocrazia.

Mi viene in mente una stupenda vignetta di Altan (da “Donne nude“). Lui che dice a lei: Dobbiamo aprirci alla società civile. E lei a lui: Vengono loro da noi o andiamo noi da loro?

Non so chi è andato da chi, sta di fatto che i 4 candidati alle primarie del centrosinistra erano stati presentati, con orgoglio e grandi squilli di tromba, come candidati della società civile (anche se in verità Giuliano Pisapia ha alle spalle due cospicui mandati in Parlamento).

Lo scenario elettorale, al momento, di società civile ne vede poca o punto. Le liste le stanno facendo i partiti, a destra e a sinistra: fate un esperimento, provate a candidarvi se ci riuscite. Io credo che se volessi non troverei grande accoglienza. Il numero dei consiglieri è anche diminuito, e quindi la torta della spartitocrazia è anche più piccola. So ad esempio che anche nel giro pisapiano stretto alcuni stanno pensando a una lista “dal basso”.

Tra Affittopoli e Parentocrazia, lo spazio “civico”, se vogliamo chiamarlo così, è ancora tutto da delineare e da rappresentare.

Qualcuno ci riuscirà?

P.S. Quanto alle donne, i conti si faranno all’ultimo, sistemati tutti quelli che devono essere sistemati.

esperienze, Politica Febbraio 21, 2011

TAFAZZI E ALTRI ANIMALI

Perfino Salvatore Veca, uno che di categorie filosofiche s’intende -oltre che un amico- assume nel cielo delle idee il tafazzismo, ovvero quella certa propensione, diffusa soprattutto a sinistra, a darsi da soli martellate sui cabasisi, genialmente incarnata dall’indimenticato Tafazzi di Aldo Giovanni e Giacomo. Commentando sul Corriere la vicenda Pisapia-Affittopoli (oggi il candidato sindaco ammette di aver commesso “una leggerezza” sia a parlare di fango sia a non dare subito spiegazioni, e finalmente si decide a darle), Veca dice di temere polemiche e divisioni nella sinistra a causa di un appartamento di troppo, e riporta sull’obiettivo prioritario: vincere le elezioni.

In effetti il dibattito interno in questi giorni -soprattutto online- è stato vivacissimo: tra chi chiedeva trasparenza a qualunque costo, e i teorici del fango che avrebbero preferito tacere, insabbiare e andare avanti.

Una cosa mi sentirei di dire a Veca: chi invoca chiarezza lo fa proprio perché vuole, pretende, desidera intensamente vincere, perché sa che le reticenze, soprattutto su un tema come quello della casa, si pagano salate, e perché la moralità pubblica, in una situazione di degrado assoluto come quella in cui viviamo, non è un optional, ma il bene più prezioso da portare al mercato della politica. Se gli “insabbiatori” non hanno capito questo, be’, non hanno capito nulla. Con la rete, poi, e che Dio la benedica! La tentazione di non dire, di occultare, di piegare la verità dei fatti alle convenienze contingenti e a supposte ragioni superiori fa più male di qualunque martellata inguinale. Che procura un dolore lancinante, certo, ma passeggero.

Ora calcolare i danni dell’incidente. E senza farsi sconti, per favore. Anche qui, trasparenza, e niente balle autoconsolatorie.