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Corpo-anima, Donne e Uomini, femminicidio, questione maschile Ottobre 21, 2012

I palpeggiatori di Piazza Tahir

Dalla pagina Fb di lotta delle donne arabe.
Sul cartello c’è scritto: “Sono Menna, egiziana. Partecipo alla rivolta delle donne nel mondo arabo perché non posso accettare più il silenzio su quegli sguardi allucinati e su quelle mani addosso nelle strade del mio Paese”.

 

Venerdì sera in Piazza Tahir (Il Cairo) una giornalista francese di France 24, Sonia Dridi, è stata aggredita da una folla di maschi che l’hanno palpeggiata e molestata, aprendole la camicia e cercando di slacciarle la cintura (qui il video).

Soccorsa da un collega, ha evitato il linciaggio sessuale rifugiandosi in un fast food. I palpeggiatori hanno continuato a picchiare sulle vetrine, rivendicando il possesso della loro “preda”, e successivamente hanno circondato il taxi con il quale Sonia è riuscita ad allontanarsi in stato di choc. Prima di lei, altre giornaliste straniere hanno denunciato episodi simili. Qui il video dell’aggressione alla francese Caroline Sintz. L’americana Natasha Smith, a sua volta vittima delle violenze dei maschi egiziani, le racconta così:  “Quegli uomini erano come dei leoni intorno a un pezzo di carne, avevo le loro mani dappertutto sul mio corpo e sotto i vestiti. Gli sguardi erano quelli di animali. Mi sbattevano a destra e a sinistra, come se fossi uno straccio e non un essere umano” 

Moltissime donne egiziane, sottoposte quotidianamente a queste violenze, subiscono invece in silenzio, vista la non-reazione delle autorità e il pericolo di ritorsioni.

Dopo la primavera rivoluzionaria, di cui le donne sono state protagoniste, piazza Tahir è diventata la scena di un violento ed estremo colpo di coda patriarcale. Quasi a compensare quel protagonismo e a neutralizzare quella straordinaria forza femminile, molti maschi egiziani adottano il palpeggiamento e l’umiliazione fisica come forma di lotta sessista, il cui significato è lampante: “tu sei soltanto una cosa a mia disposizione, non hai una tua vita e tuoi desideri autonomi”. Il corpo delle donne resta uno dei principali campi di battaglia. 

La politica egiziana non è meno violenta nei confronti delle cittadine: nella bozza di Costituzione l’articolo 36 stabilisce che la parità fra i sessi non deve entrare in conflitto con «i principi della sharia» e lo Stato deve far sì che una donna possa conciliare «i propri doveri nella famiglia e il suo lavoro nella società», si parla di nuova legalizzazione delle mutilazioni genitali e del matrimonio per le bambine.

Le donne del mondo arabo lottano e mostrano il loro volto nella piazza virtuale, insieme a quello di molti uomini “nuovi” che sostengono i loro diritti essenziali. Cliccatissima su Facebook la pagina ”The uprising of women in the Arab world”, visitiamola tutt* e mettiamo il nostro “mi piace” contro la barbarie.

L’Egitto non è solo un posto per vacanze low cost. L’Egitto oggi è uno dei tanti luoghi del mondo in cui le nostre sorelle soffrono.

Donne e Uomini, Politica Aprile 27, 2012

L'ultima sveltina

Io non ci credo. Non ce la faccio. Dio della Pietà, fai che sia uno scherzo.

Con questa speranza, la racconto tutta al condizionale.

In Egitto il Consiglio nazionale della donna (NCW) avrebbe dovuto scrivere una lettera al Parlamento per protestare contro un progetto di legge che consentirebbe ai mariti di avere rapporti sessuali con la moglie fino a 6 ore dopo il decesso. Però (sic!) solo tra coppie sposate. Si chiamerebbe “legge del sesso dell’addio”.

L’ideona della legge sarebbe nata in seguito alla fatwa di un “religioso” marocchino, Abdul-Bari Zamzami, secondo il quale il legame matrimoniale non finisce con la morte di uno dei due coniugi. Aveva comunque precisato che anche le donne avrebbero dovuto poter godere delle gioie del sesso con il loro marito dopo il suo decesso. Insomma, più che altro lo farebbero per noi.

Dunque, immaginate la scena: parenti e amici che con discrezione lasciano solo il marito e la sposa defunta per consentire loro un po’ di intimità. Lui che -scusate la brutalità- si sbatte la morta, che ovviamente ne sarebbe felicissima, se non fosse che è morta. Ma forse anche in vita il sesso fra loro è stato così: lui che la sbatte, e lei come morta. E come potrebbe mai essere il sesso, del resto, con un uomo capace di penetrarti in pieno rigor mortis?

Lui che riafferma i suoi diritti maritali perfino di fronte alla morte: e una volta sei stanca, una volta hai mal di testa, una volta sei morta, insomma ora basta! E del resto se quello che tu desideri non conta nulla, se tu sei mero oggetto, il fatto che tu sia un oggetto morto non cambia poi di molto le cose. Un po’ morta lo eri già da viva, preferibilmente imbozzolata in un sudario di rayon.

Ma c’è ben di più: c’è l’amore per la morte, che è ben più della necrofilia, che è sentimento fondativo in opposizione all’amore per nascita. Definitiva cancellazione della nascita.

Insomma, questa sveltina con la morta meriterebbe un trattatello.

E’ l’osceno del patriarcato che muore, e che sbatte i suoi ultimi terribili colpi di coda.

Che sia una storia vera o una bufala, lo verificheremo nelle prossime ore -ma al momento solo verifiche, provate a googlare egyptian women ncw- dopo la caduta di Mubarak, gli attacchi ai diritti delle donne in Egitto si sono moltiplicati. Tra le altre misure che il Governo vuole introdurre vi sono discriminazioni nell’accesso all’educazione e la legalizzazione del matrimonio delle ragazze già dai 14 anni.

Come si faccia a starsene al sole a Sharm el Sheik sapendo che alle donne in quel Paese sono inflitte simili sofferenze, io non lo so. Smettiamola di andare in vacanza in Egitto, è il minimo che possiamo fare.

 

Donne e Uomini, Politica Aprile 27, 2012

L’ultima sveltina

Io non ci credo. Non ce la faccio. Dio della Pietà, fai che sia uno scherzo.

Con questa speranza, la racconto tutta al condizionale.

In Egitto il Consiglio nazionale della donna (NCW) avrebbe dovuto scrivere una lettera al Parlamento per protestare contro un progetto di legge che consentirebbe ai mariti di avere rapporti sessuali con la moglie fino a 6 ore dopo il decesso. Però (sic!) solo tra coppie sposate. Si chiamerebbe “legge del sesso dell’addio”.

L’ideona della legge sarebbe nata in seguito alla fatwa di un “religioso” marocchino, Abdul-Bari Zamzami, secondo il quale il legame matrimoniale non finisce con la morte di uno dei due coniugi. Aveva comunque precisato che anche le donne avrebbero dovuto poter godere delle gioie del sesso con il loro marito dopo il suo decesso. Insomma, più che altro lo farebbero per noi.

Dunque, immaginate la scena: parenti e amici che con discrezione lasciano solo il marito e la sposa defunta per consentire loro un po’ di intimità. Lui che -scusate la brutalità- si sbatte la morta, che ovviamente ne sarebbe felicissima, se non fosse che è morta. Ma forse anche in vita il sesso fra loro è stato così: lui che la sbatte, e lei come morta. E come potrebbe mai essere il sesso, del resto, con un uomo capace di penetrarti in pieno rigor mortis?

Lui che riafferma i suoi diritti maritali perfino di fronte alla morte: e una volta sei stanca, una volta hai mal di testa, una volta sei morta, insomma ora basta! E del resto se quello che tu desideri non conta nulla, se tu sei mero oggetto, il fatto che tu sia un oggetto morto non cambia poi di molto le cose. Un po’ morta lo eri già da viva, preferibilmente imbozzolata in un sudario di rayon.

Ma c’è ben di più: c’è l’amore per la morte, che è ben più della necrofilia, che è sentimento fondativo in opposizione all’amore per nascita. Definitiva cancellazione della nascita.

Insomma, questa sveltina con la morta meriterebbe un trattatello.

E’ l’osceno del patriarcato che muore, e che sbatte i suoi ultimi terribili colpi di coda.

Che sia una storia vera o una bufala, lo verificheremo nelle prossime ore -ma al momento solo verifiche, provate a googlare egyptian women ncw- dopo la caduta di Mubarak, gli attacchi ai diritti delle donne in Egitto si sono moltiplicati. Tra le altre misure che il Governo vuole introdurre vi sono discriminazioni nell’accesso all’educazione e la legalizzazione del matrimonio delle ragazze già dai 14 anni.

Come si faccia a starsene al sole a Sharm el Sheik sapendo che alle donne in quel Paese sono inflitte simili sofferenze, io non lo so. Smettiamola di andare in vacanza in Egitto, è il minimo che possiamo fare.