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Donne e Uomini, Politica, questione maschile Dicembre 20, 2012

Snoq: Senza le donne non si governa

un frame dello spot “Senza le donne non si governa”

Parte in settimana Se Non Ora Quando con la campagna “Senza le donne non si governa” -spot tv in collaborazione con Pubblicità Progresso, incontri con i partiti a livello nazionale e locale in assoluta trasversalità, iniziative di sensibilizzazione- per sostenere la più ampia presenza femminile nelle istituzioni rappresentative.

E questo lo dico io: sperando che a Snoq riesca quello che non è mai riuscito a nessuna, convincere le donne a sostenere le donne. A livello nazionale non sarà possibile esprimere preferenze, l’orrido Porcellum non lo consente (la possibilità esiste solo per i partiti che indicono primarie). Ma certamente sarà possibile non premiare con il proprio voto quei partiti che non si impegnino a candidare donne, e non come carne da Porcellum, ma in posizione di eleggibilità, insomma in testa di lista.

Dopo lunga e complessa discussione interna, Se Non Ora Quando ha deciso che alle prossime elezioni non saranno presenti liste Snoq, né vi saranno candidate con “bollino” Snoq: nessuna è titolata a utilizzare il brand. Temi prioritari da spingere in agenda: democrazia paritaria, contrasto alla violenza sulle donne, diffusione a tutti i livelli di una cultura di genere, rinnovamento della politica, lavoro e welfare, più altri temi locali. Dialogo aperto con chi li assumerà.

Nascono anche coordinamenti regionali (già certo, ad esempio, quello della Lombardia: il 24 febbraio, com’è noto, si voterà anche per il governo regionale) che declineranno la campagna in chiave territoriale.

Se non ora, insomma, mai più. Vi terremo informat* su tutto.

 

Aggiornamento delle ore 17.40. Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, adotta una diversa impostazione: non semplicemente un appello alle candidature e al loro sostegno, ma la raccolta di 200 curricula , nomi e cognomi, da proporre ai partiti in modo trasversale, come vedete qui a seguire. Proposta, quella di proporre e sostenere candidature precise, che piaceva anche a una parte di Snoq, ma che non ha trovato l’appoggio maggioritario.

Quale delle due strategie vi convince di più? Fare nomi e cognomi, o spingere senza nomi precisi?

Ed ecco il comunicato Golfo:

ELEZIONI; RACCOLTE OLTRE 200 CANDIDATURE FEMMINILI PER TUTTI GLI SCHIERAMENTI

Roma, 20 Dicembre – Oltre 200 donne di ogni schieramento politico, professioniste, manager, imprenditrici, donne delle istituzioni e di associazioni femminili hanno risposto all’appello di Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario, e si sono  riunite oggina Roma presso l’Auletta dei gruppi della Camera dei Deputati, per proporre a tutti partiti, liste e schieramenti, la loro candidatura alle prossime elezioni nazionali e regionali.

 

“Siamo tante e vogliamo impegnarci per una società più a misura di donne e per una politica che ci rappresenti. Queste elezioni sveleranno le reali intenzioni dei partiti: le donne vanno collocate ai primi posti delle liste se si vuole una nuova classe dirigente capace di portare nella politica quel vento di cambiamento che serve all’Italia, all’economia e al Parlamento. Questa legge elettorale lascia nelle mani di segretari e dirigenti di partito la scelta dei parlamentari e per questo chiediamo un impegno concreto e inequivocabile. Il rinnovamento non è una questione anagrafica ma significa aprire la politica a coloro che hanno idee, esperienze e competenze per portare il nostro Paese sul binario della crescita e per introdurre linfa vitale in una politica sempre più lontana dai bisogni dei cittadini”. 

 

Oltre duecento le candidature femminili raccolte in pochi giorni dall’Onorevole Golfo, autrice della legge sulle quote di genere nei CdA delle società quotate e controllate. Il prossimo passo sarà consegnarle a tutti i segretari e leader politici perché vengano tenute in considerazione al momento della compilazione delle liste.

“Sono tutte donne – continua Golfo – con alle spalle grande esperienza nelle imprese, nelle professioni, nell’associazionismo. Alcune di loro hanno avuto incarichi nelle assemblee locali ma la maggior parte sono neofite, donne con spirito di servizio, pronte ad accettare la sfida e a mettersi in gioco perché convinte che una democrazia compiuta non possa fare a meno della voce della metà della popolazione. La loro risposta, il loro entusiasmo mi hanno profondamente colpita perché parlano di una società civile pronta a impegnarsi in modo consapevole e responsabile. La politica deve attingere a questo immenso patrimonio morale e professionale se vuole risvegliare quell’energia vitale, quel coraggio e quella passione senza cui ogni ricetta e strategia non possono funzionare. Dalle nostre ricerche risulta che quasi la metà delle donne italiane reputa queste elezioni cruciali per il futuro del Paese ma allo stesso tempo le statistiche segnalano che quasi 5 milioni di donne sono pronte ad astenersi dal voto. E questo perché finora si sono sentite escluse dalle decisioni e dalla guida del Paese. La politica ha il dovere di includerle e noi non ci fermeremo finchè le donne non saranno la metà dei parlamentari e dei membri delle giunte. Il nostro appello è ai partiti ma anche alle donne. Noi ci mettiamo la faccia, ma le donne devono metterci il voto e dove potranno esprimere le preferenze, a partire dalle primarie del Pd fino alle elezioni regionali in Lombardia e Lazio, devono votare altre donne. Non un voto di genere ma un voto per la serietà, l’onesta, l’impegno e le competenze di tante donne che vogliono esserci e contare”.

 

 

Donne e Uomini, Politica Aprile 12, 2012

Per una democrazia paritaria: proposte

post aggiornato il 13 aprile

 

Il 2013 sarà un anno cruciale per la democrazia paritaria e la rappresentanza femminile.

Se ne parlerà a Milano sabato14, a Palazzo Reale, Piazza Duomo 14, dalle 9.30 del mattino: incontro nazionale di Se non ora quando.

Raggiungendo la massa critica nelle istituzioni rappresentative le donne potranno contribuire con il loro sguardo e la loro differenza alla formazione delle agende politiche e alla costruzione di una nuova visione per il Paese.

L’obiettivo è riprodurre a livello nazionale l’esperienza delle giunte di Milano, Bologna, Torino, Cagliari: 50/50 a ogni livello, condizione necessaria, anche se non sufficiente –sul passaggio dal 50/50 al patto di genere c’è molto da lavorare- per il cambiamento che noi tutt*, donne e uomini, auspichiamo.

Grande parte delle nostre energie dovranno convergere in questa direzione, individuando gli strumenti più efficaci.

Eccone alcuni

 

LEGGE ELETTORALE

Anche se nessun dispositivo può sostituire la volontà politica di eleggere un maggior numero di donne, sono indispensabili misure antidiscriminatorie che variano secondo il modello elettorale. In coda al post, alcune proposte elaborate dalla costituzionalista Marilisa D’Amico e da Stefania Leone (*).

Dopo le elezioni di maggio alla Camera si voterà su un testo unificato bipartisan sulla doppia preferenza di genere al voto amministrativo. Solo il lavoro trasversale delle donne di tutti gli schieramenti unite nel patto di genere può garantire risultati in tema di rappresentanza, come dimostrato dalla legge Golfo-Mosca sui cda delle società quotate in Borsa.

C’è il rischio che il voto segreto –bastano 40 firme per ottenerlo- consenta la sparatoria dei franchi tiratori –uomini- di tutti gli schieramenti. E’ capitato sullo stesso tema in Regione Sicilia. La proposta è organizzare in tutte le città mobilitazioni e presidi informativi contemporanei all’aula, per testimoniare un alto livello di vigilanza e di attenzione.
(in generale, sulla legge elettorale: non si può stare ad aspettare che “decidano”, ma si deve contribuire alla decisione con proposte. Tanto per dirne una, il livello dello “sbarramento” può pregiudicare il successo di eventuali iniziative civiche ed extrapartitiche, vedi Simone Weil, qui, e anche qui , che i partiti proponeva addirittura di abolirli).

 

CANDIDATURE

Apertura di consultazioni formali con i leader di tutti gli schieramenti, nonché con i promotori di liste civiche, per verificarne la volontà politica in tema di rappresentanza femminile. Collaborazione attiva con le donne dei partiti.

Verifica dell’impegno dei candidati premier a porre in atto il 50/50 nell’attribuzione di incarichi di governo, facendone punto qualificante del loro programma, come già avvenuto a Milano e in altre realtà locali: le candidature non bastano (se tuttavia vi dovessi dire che ho fiducia nel grado di apertura di partiti in totale difensiva, al 2 per cento della popolarità, con probabile diminuzione del 20% degli eletti… Be’, vi direi una bugia. La parola d’ordine è: autoconservazione).
Appello al Presidente della Repubblica per un alto pronunciamento, a conferma dell’attenzione già espressa per un riequilibrio della rappresentanza.

Impegno anche economico dei partiti a sostegno delle candidature femminil.

Sostegno e accompagnamento attivo di Snoq a libere candidature femminili in tutte le liste, con eventuale indicazione, tra le candidate,  di quelle esplicitamente legate al movimento delle donne e al patto di genere.

Tenersi pronte a un piano B: possibilità di liste civiche o liste Snoq, anche in partecipazione con altre proposte civiche, nel caso in cui l’impegno dei partiti sia giudicato insufficiente per il riequilibrio di genere.

Sottoscrizione unitaria della Lettera ai partiti.

 

CAMPAGNE

Campagna di sensibilizzazione sulla democrazia paritaria, di qui al momento del voto. L’interesse delle donne per la rappresentanza politica  resta piuttosto tiepido, e va in ogni modo suscitato: senza adeguata rappresentanza, nessuna delle nostre priorità entrerà a far parte delle agende politiche.

Nell’imminenza del voto, se la legge elettorale consentirà l’espressione di preferenze, campagna capillare “scegli una donna” rivolta a donne e uomini: il vota donna non ha mai funzionato, tenerlo ben presente.

Coinvolgimento come testimonial delle giunte 50/50 già operative.

Mobilitazione straordinaria di operatrici e operatori dei media e della comunicazione a favore di un riequilibrio di genere nella rappresentanza e a garanzia di pari opportunità nei dibattiti politici e negli spazi pre-elettorali.

Coordinamento con opinioniste internazionali che si sono già mostrate sensibili alla situazione delle donne italiane, come Tina Brown di “Newsweek” e Jill Abramson del “New York Times”, nonché con le giornaliste tedesche unite per il 30 per cento.  

Coordinamento con il movimento delle donne di altri paesi per fare della parabola politica delle donne italiane, dal 13 febbraio delle”indignate” alla democrazia paritaria, una vicenda-simbolo per le donne di tutto il mondo.

 

* MISURE PER UN RIEQUILIBRIO DI GENERE NELLA RAPPRESENTANZA POLITICA

Esempi di misure antidiscriminatorie nell’ambito di un sistema elettorale proporzionale

1. per il proporzionale a liste bloccate (Porcellum), parità nelle liste: “Nelle liste dei candidati i generi devono essere ugualmente rappresentati”. (posizione di eleggibilità per le candidate).

Primarie per le candidature, con doppia preferenza di genere o con altro dispositivo a garanzia della selezione di candidate.

2. per il proporzionale con voto di preferenza, le misure potrebbero essere le seguenti: “Nelle liste dei candidati nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60 per cento. L’elettore può esprimere uno o due voti di preferenza. Nel caso di espressione di due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza” (doppia preferenza di genere)

Esempi di misure antidiscriminatorie nell’ambito di un sistema elettorale maggioritario

1. Doppia candidatura di collegio

“In ogni collegio il partito presenta due candidati, di genere diverso. L’elettore vota tracciando un segno sul rettangolo contenente il contrassegno del partito e il nome e cognome del candidato o della candidata. Il seggio viene assegnato al partito che ottiene più voti sommando quelli ricevuti da entrambi i candidati. Fra questi due, risulta eletto chi abbia ottenuto più voti”

                                                                                          oppure

2. Quota complessiva sul totale dei collegi uninominali

“Nel numero totale delle candidature presentate da ciascun partito per la parte dei seggi da assegnare nei collegi uninominali, nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60 per cento”.

 

Queste alcune delle proposte su cui avviare  il confronto.

 

post condiviso da:

Giovanna Cosenza

InGenere-WebMagazine

Loredana Lipperini

Manuela Mimosa Ravasio

Lorella Zanardo

proposta sostenuta (oltre che da adesioni su molte pagine Fb Snoq e non solo), da: 

“Lettera ai partiti” per inziativa di Lidia Castellani e altre (che raduna alcune centinaia di singol* più molte associazioni e vari comitati Snoq territoriali). La lettera può essere ancora sottoscritta scrivendo a: ilvotodelledonne@gmail.com oppure firmando qui: http://www.petizionionline.it/petizione/lettera-aperta-ai-partiti-il-voto-delle-donne/6493

Conferenza Donne Democratiche di Massa e Carrara