I greci sono un po’ viziati, come noi.

Su 5 mila persone che hanno risposto a un annuncio rivolto ai disoccupati per la raccolta di pesche nelle regioni di Imathia e di Pella, solo 19 erano greci. Gli altri tutti albanesi. Eppure l’agricoltura è l’unico settore in ripresa. Tra il 2008 e il 2010 ha creato 32 mila nuovi posti di lavoro. Ma si resiste all’idea di tornare alla terra. Anche la Grecia, come noi, ha conservato il suo robusto “scheletro contadino” (Giuseppe De Rita). Ma scommettere sulla terra e sentirsi pre-moderni è tutt’uno.

In Toscana il 40 per cento degli agricoltori è ultrasessantenne. Il PIL dell’agroalimentare è di 3 miliardi di euro, con una posizione forte di vini ed oli sui mercati stranieri. Ma questa ricchezza rischia di andare perduta perché i giovani non ne vogliono sapereEnrico Rossi, governatore della Toscana, ha pensato  di avviare una campagna di rivalutazione della figura dell’agricoltore partendo dalle scuole.

Ma qualche segnale in controtendenza si comincia a intravedere. Gruppi di giovani greci hanno messo in piedi comuni agricole e hanno occupato terre incolte, dando un forte segnale simbolico. In un recente discorso ai giovani italiani, Vandana Shiva ha indicato la strada: “Non abbiamo molto altro da darvi: abbiamo perso la capacità di darvi lavoro, sicurezza sociale e garantirvi un decente tenore di vita. Ma la terra ha ancora questa capacità, noi consegniamo le terre pubbliche agli agricoltori del futuro: provvedete a voi stessi. Mettere la terra nelle mani delle generazioni future è il primo passo, e se non lo faranno, seguendo la strada giusta, invito i giovani a occupare la terra così come stanno occupando le piazze”.

Il Decreto Cresci Italia prevede la vendita di terre pubbliche, le associazioni degli agricoltori chiedono canoni agevolati per i giovani.

Pensiamoci tutti.