Certo che quando si arriva al punto di dare all’avversario politico dell’Anticristo (il blog del settimanale ciellino Tempi, parlando di Pisapia), uno o una può pensare di averle viste tutte. Conosco Luigi Amicone, direttore del settimanale, è anche un uomo spiritoso, sono sicura che la cosa è sfuggita al suo controllo. Purtroppo, come la storia recente insegna, alle parole violente seguono spesso fatti violenti: se qualcuno indica una persona come l’Anticristo, qualcun altro può ritenere cosa buona e giusta cospargerla di benzina e darle fuoco.
Quindi ora basta. Questa campagna feroce non somiglia affatto alla mia città, tradita da questi modi e da questi toni. Niente odio, e tutto lo spazio possibile al conflitto e alla dialettica civile sulle cose e sui programmi. Chiedere per esempio al centrodestra come è possibile tutta questa munificenza in extremis, multe condonate, abolizione ecopass e parcheggi gratis per i residenti, a fronte di un bilancio comunale così gravemente affaticato, e in un contesto nazionale che preoccupa Standard & Poor’s. Magari ricordare che fu lo stesso beato Giovanni Paolo II a invitare il comune di Roma a offrire il terreno per la costruzione della grande moschea di Paolo Portoghesi, e dunque se ne costruissimo una a Milano avremmo certamente la sua benedizione. Chiedere al centrosinistra di sgombrare definitivamente il campo da quest’idea delle baracche rom sparse per la città: come ho già scritto in questo blog, ( http://blog.leiweb.it/marinaterragni/2010/09/28/rom-in-centro/) invece di pensare ai campi e agli sgomberi, vediamo di sgomberare il campo della politica da un problema, quello dei rom, che nella vita dei cittadini pesa infinitamente meno di quello della salute e dell’inquinamento ambientale, del lavoro e della casa. Liberiamoci da questi schemi di gioco.
E in questo rush finale diamo volti precisi alle due proposte contrapposte: chi c’è nella squadra di uno e in quella dell’altra. Per i milanesi è molto importante, ed è molto importante avere garanzie del fatto che la ricchezza della nostra società civile potrà irrompere nei luoghi di governo della città, che le relazioni tra una politica asfittica e una realtà sociale piena di desideri, di fermento e di talenti saranno in ogni modo favorite. Almeno due o tre nomi, che facciano vedere subito la nuova Milano.
Queste non sono state elezioni come le altre. La città si è mobilitata intensamente e capillarmente, la partecipazione è stata fortissima. sarebbe grottesco che tutta questa energia, comunque vada a finire la partita, tornasse a immiserirsi nell’imbuto delle scelte meramente e classicamente partitocratiche.
Aria, lì dentro, energie nuove, Big Society!