Di tutta questa storia delle escort, delle ragazze nude e umiliate in tv, della ri-conduzione del corpo della donna a oggetto da sprezzare, dello stesso autosessismo imprenditoriale femminile (vedi per esempio l’articolo dell’amica Ida Dominijanni sul Manifesto di ieri, http://www.ilmanifesto.it/archivi/commento/anno/2009/mese/06/articolo/986/ )

l’aspetto che più mi colpisce è quello dell’afasia femminile. Il fatto che per anni, mentre il sistema si andava costruendo, consolidando, organizzando e strutturando, dalle prime pupattole tv del Drive In all’osceno Teo Mammuccari, che (vedi il documentario Il corpo delle donne di Lorella Zanardo) raggiunge l’apice del disprezzo con le vittime consenzienti (io provo odio profondo per lui), la riflessione delle donne, che è stata ricchissima su altre questioni, dal lavoro alla politica, su questo non si è mai applicata.

Perché, mi domando? Che cosa abbiamo voluto dire, non dicendo?

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