Ero al Teatro della Luna, ieri sera. Grande eccitazione dietro le quinte, vigilanza severissima, c’era perfino una labrador antibomba che annusava nei camerini. Parterre vippissimo, -importante poter dire “io c’ero”- per la novità del grande confronto tra i cosiddetti “magnifici 5” del centrosinistra.

Avrei preferito un dibattito più aspro, non strillato ma meno “embrasson nous”: le differenze tra i competitor esistono, eccome, e mi sarebbe piaciuto vederle. Non so quanto sia stata scelta, questa linea del disarmo multilaterale. A mio parere è venuta in gran parte da sé. Il senso della squadra si è in qualche modo imposto ai contendenti, ha colto un desiderio diffuso, lo spirito del tempo. Il pubblico ha visto in scena un governo bell’e fatto, ha lasciato il teatro di Assago con un senso “natalizio” di fiducia: questi possono farcela, vogliono farcela -niente affatto scontato- e insieme.

Lo diciamo ormai da tempo: l’idea del leader, dell’uomo solo al comando, piace sempre meno. Con buona pace di Matteo Renzi -il più leaderistico dei 5- è questo a dover essere rottamato. Anche il senso del duello tra i due principali competitor si è attenuato. Oggi i giornali ci marciano ancora, non mollano volentieri la redditizia idea della sfida all’Ok Corral: troverete sondaggi per tutti i gusti, chi fa vincere Bersani, chi Renzi, chi parla di sostanziale pareggio.

Ma a vincere è stata la squadra, in tutte le sue sfumature, e da oggi la competizione primaria dovrà cambiare passo: rassicurante Bersani, autopapagiovannizzato come colui che vuole “cambiare le cose senza spaventare”, spregiudicato Renzi -sceso dal camperone all’ultimo minuto, tutti  ad aspettare la sua cravatta-, maternamente concreta Puppato, finalmente una donna a rompere il monosex, tecnico e competente Tabacci, il più montiano tra i 5, umanissimo Vendola, forse il più emozionato tra tutti.

Ieri al Teatro della Luna è andata in scena la prima del probabilissimo prossimo governo del Paese. Un interessante cambio di passo.

L’avete visto? che ne pensate?

Aggiornamento delle ore 12.50: il confrontone ha avuto uno share molto scarso, solo il 6.7 per cento. Gli italiani erano altrove. Forse la vera notizia è questa.

 

 

 

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