angela napoli

Duramente cazziata da tutti la parlamentare Angela Napoli, colpevole di aver affermato in un’intervista a Klaus Davi: “Non escludo che senatrici o deputate siano state elette dopo essersi prostituite. Purtroppo può essere vero e questo porta alla necessità di cambiare l’attuale legge elettorale“. “E’ chiaro — ha proseguito — che essendo nominati, se non si punta sulla scelta meritocratica la donna spesso è costretta, per avere una determinata posizione in lista, anche a prostituirsi o comunque ad assecondare quelle che sono le volontà del padrone di turno”.

Barbara Saltamartini, responsabile delle Pari opportunità del Pdl, ha detto di vergognarsi terribilente per quanto detto dalla collega. Furiose anche Beatrice Lorenzin e Alessandra Mussolini, che chiede “la convocazione immediata dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati per prendere i provvedimenti del caso”.

“Ledere la dignità delle deputate con accuse generalizzate quanto teoriche” ha detto Gianfranco Fini “non può essere consentito. Mi auguro che la deputata se ne scusi”. La deputata si è scusata.

Ora: sparare nel mucchio non è corretto e finisce per screditare tutte, in particolare le più avvenenti. Parlare di prostituzione forse è eccessivo. Ma anche a me,  a essere onesta, è capitato di sentire politiche, non solo pidielline, lamentarsi della rapidissima carriera di alcune colleghe che erano state opportunamente “carine” con il capo o con i suoi scherani. Ed è vero, purtroppo, che la legge elettorale, così com’è configurata, consente di amministrare i posti in Parlamento come succulenti premi.

Capita anche nelle altre professioni, compresa la mia. Niente che faccia più rabbia, e forse più paura, di quelle che vanno avanti sulle proprie gambe, e non grazie alle proprie gambe. E quindi: via, non raccontiamoci balle…

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