L’idea di una cena borghese in cui si decide chi dovrà essere il sindaco di Milano è francamente irritante. Anche perché, per una volta, mi piacerebbe che il/la sindaco/a di Milano fosse qualcuno che è nato e vive nella cosiddetta periferia, visto che la questione, nella prospettiva della città metropolitana, sarà al primo posto delle agende politiche. Ma soprattutto non è accettabile l’idea di un sindaco-re che insieme alla regina e alla sua corte contende all’imperatore il diritto di decidere chi dovrà essere il suo successore, pur dopo aver garantito che per correttezza non avrebbe sostenuto alcun candidato.

Non che mi sia mai fatta alcuna illusione sulla “partecipazione”: lì o sei invitato a cena anche tu o non partecipi a un tubo. Ma che da questa fastidiosa retorica si passi a una spudorata logica dinastica, in effetti è un po’ tantino. È questo a prescindere dal valore dei candidati e delle candidate lanciati nell’agone, tutti ottimi, ci mancherebbe.  Mi auguro pertanto che sia Renzi sia Pisapia si muovano con maggiore discrezione su Milano: non credo affatto che il sindaco uscente sia maggiormente titolato a invadere il campo. Il/la sindaco/a che voterò lo voglio “periferico” e senza sponsor.

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