MC_Escher-Mani_che_disegnano

Sulla Rossiyskaya Gazeta una ragazza russa che studia in Italia racconta le sue disavventure con la nostra burocrazia (che vergogna), e conclude intelligentemente che “in Italia il contatto emotivo con le persone ha probabilmente un’importanza nodale nella risoluzione dei problemi, in particolare quelli burocratici. L’Italia è una nazione del Sud, e l’interazione asettica, affaristica, non è molto ben vista. Gli italiani non ci provano gusto, perché non li anima e non li commuove”. E poi lo dice poeticamente, alla russa: “Qui, diversamente dai paesi del Nord Europa, devi prima di tutto “finire nell’anima”. “toccare” in qualche modo. Gli italiani devono prima “assaggiarti” per poi decidere come trattarti: “giustiziarti” o “graziarti”“. E non si capisce se la cosa le piace o la spaventa. Se la giudica una dote o una disgrazia.

Così me lo domando anch’io: questa tendenza familistica, alla relazione personale anche quando si tratta di faccende impersonali, è una cosa a doppio taglio? C’è modo di dare un valore positivo a questa nostra specialità, che abbiamo sempre liquidato come “mafiosità” naturale?

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