Non bastasse quel grande cesso di Gheddafi che pianta tende in mezzo alla città, pretende sfilate di cavalli berberi e platee di ragazze da ammaestrare, ricatta l’Europa (o mi mollate 5 miliardi o sarete invasi dagli immigrati: come se i flussi migratori dipendessero da lui) e dice che Gesù era musulmano, la prima telefonata del mattino è quella del mio gestore telefonico: ho tardato ben 12 giorni nel pagamento della bolletta. Dico alla signorina del call center:

“Certo che se foste ugualmente solleciti quando uno ha un problema…”

“Se prende la ricevuta sistemiamo subito la cosa”.

“Le ho detto: scattate per un minimo ritardo, e poi d’estate, quando si sa che una è in giro e magari le scappa qualcosa. Ma se c’è un problema passano dei mesi”.

“Se prende la ricevuta sistemiamo subito la cosa”.

“Ma cos’è, un nastro registrato? Ha sentito quello che le ho detto?”.

“Io devo verificare il pagamento”.

“D’accordo. Allora la saluto”.

Non abbiamo verificato il pagamento. Vorrei una legge per l’abolizione dei call center. Vorrei dire a Gheddafi: ora prenditi tenda, cavalli e tutto, e tornatene in Libia. Vorrei che il nostro premier gli rappresentasse la nostra indisponibilità ai ricatti, business o non business, e avesse a cuore la dignità della cittadine di questo paese.

Dolci rivegli.

(scritto in verde, in onore del nostro illustre ospite).

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