L’amica Costanza Firrao ci regala una recensione di “Dicte”, nuova serie tv danese campione di ascolti da poco sbarcata su FoxCrime: storia di una reporter, Dicte Svendsen, alle prese con il racket dell’utero in affitto, con il biomercato nero e altre imprese criminali.

 

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Il corpo della ragazza viene ritrovato nella zona del porto. Senza documenti, la giovane donna ha tratti dell’Europa dell’est. La polizia di Aarhus, nel primo comunicato stampa, parla di addome “squartato e poi ricucito”.

La reporter investigativa Dicte Svendsen, da subito coinvolta sulla scena del crimine avvia le sue indagini, anticipando quelle delle forze dell’ordine. Scopre che la ragazza, proveniente dalla Bosnia, è coinvolta in un traffico illegale di “utero in affitto”. Come in gran parte degli stati scandinavi ed europei, anche in Danimarca la gestazione per conto terzi è vietata. La reporter, proseguendo nelle investigazioni, mette a nudo una realtà agghiacciante. Ragazze allettate con magri guadagni a diventare madri surrogate per coppie danesi, pronte a sborsare somme enormi pur di avere un figlio. Gli organizzatori del racket, personaggi senza scrupoli, intascano il grosso e se qualcosa va storto, come nel caso della donna morta dissanguata nel corso di un parto cesareo maldestro e tardivo, si liberano del corpo della madre e di quello del bambino (trovato congelato in un frigorifero…). Le gestanti che decidessero di tenere con sé il nascituro, subiscono analoga sorte.
“Dicte” del regista danese Jannik Johansen è una serie TV in parte tratta dal romanzo di Elsebeth Egholm “Il danno” (Einaudi – 2011). La serie, trasmessa nel 2013 in Danimarca e appena sbarcata in Italia su FoxCrime, ha il merito di occuparsi di temi scottanti, oltre al traffico illegale di utero in affitto a quello d’organi, al gioco d’azzardo allo stalking, con uno stile asciutto e accurato nei dettagli.
La storia di Dicte, la protagonista, ci viene raccontata in un veloce flash back, e rivela lei, giovanissima, in una camera d’ospedale con il bimbo appena partorito adagiato sul ventre. Figlio che le viene strappato via dai severi genitori e di cui dopo 24 anni non sa nulla. Una ferita ancora aperta da cui non riesce a riprendersi.

In Italia sono state trasmesse le prime due puntate della prima serie (in Danimarca è andata già in onda la seconda). E se il seguito mantiene il ritmo e l’interesse delle prime puntate, il consiglio è di vederle tutte, queste storie di donne.

Storie di madri lacerate, di madri e non madri infelici, di bimbi contesi. 

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