Dopo Covid-19 l’accelerazione riformista non basta. Donne di tutto il mondo sono al lavoro per un cambio di paradigma. Questo il nostro contributo alla discussione: i corpi al centro, con il loro spazio-tempo inviolabile, e un’altra idea di lavoro. Appunti per un Manifesto sulla Città, luogo della trasformazione e della politica
APPUNTI PER UNA CITTA’ NUOVA
La vera discontinuità: Mariana #Mazzucatopremier
Con la sua carica innovativa, il profilo internazionale e il portato di competenza, la premiership all’economista Mariana Mazzucato potrebbe davvero sparigliare, restituendo campo allo sguardo e all’autorevolezza femminile di cui la politica italiana continua ostinatamente e insensatamente a privare il Paese.
Via le spalle dal muro! Una Rete delle donne per fare cose meravigliose (e trovare i soldi per farle)
Resistere non basta più! La rete che ci tiene insieme contro violenza, prostituzione, utero in affitto deve servirci anche per dare corso ai nostri desideri, per le nostre belle imprese, per trovare i soldi necessari a metterle al mondo
Xenofemminismo è un femminismo biotech, antinaturalista e abolizionista del genere che tiene al centro cyborg, trans e queer. Gli ormoni possono tutto, e la parola “donna” viene archiviata
Alcune proposte per fermare l’utero in affitto
Come fermare l’utero in affitto: le cose che ho detto il 16 marzo alla serata organizzata da Rua alla Casa dei Diritti di Milano
Sentenza di Paola di Nicola sul giro di baby-prostitute dei Parioli: 2 anni al cliente che deve anche risarcire la ragazza con 30 saggi di pensatrici, da Irigaray a Dickinson. Un risarcimento che vale ben più dei soldi: il riconoscimento della grandezza femminile
Ecco come le donne farebbero più figli (se lo vogliono). Altro che Fertility Day
La campagna lanciata dalla ministra Lorenzin per un Fertility Day è sbagliata e offensiva. Come se le donne non facessero figli per egoismo. Contro la denatalità servono lavoro, meno precarietà, servizi. La cura va posta al centro delle politiche
Il terribile male del terremoto in centro Italia, se in tanto dolore ha portato un bene, non è certo quello di una “ripresa dell’edilizia”. Al contrario. Il bene è quello della consapevolezza e dell’attenzione, è un ritrovato senso di comunità da opporre all’egoismo dei pochi
Cagna, sciacalla, trovati un fidanzato, prendi le goccine, mettiti gli ovuli vaginali, stronza, merda, omofoba, sei Adinolfi, sei Salvini, tutto per fare pubblicità al tuo libro (?). Ma tu “hai figliato gratis?” Una giornata di hate speech
Expo è un grande successo, Expo è un grande successo, Expo è un grande successo (ad libitum). Su, dillo anche tu!
Expo è un enorme successo: qualunque sia il punto di partenza, di qui devi passare. Dal riconoscimento che Expo è stato un grandioso successo.
Anche nella Carta dei valori delle primarie del centrosinistra si menziona “il successo di Expo 2015 con la grande partecipazione popolare ai suoi eventi”. Se vuoi candidarti il boccone lo devi mandare giù.
Con 18 milioni di visitatori l’Expo di Hannover fu definita “flop del millennio”, e il sito oggi è una città fantasma totalmente abbandonata. Ma con 20 milioni di biglietti–forse- l’Expo di Milano è un enorme successo. I contribuenti hanno in collo un debito di 160 milioni per acquistare le aree –valore reale, una ventina-, 72 milioni per la bonifica –ne erano stati preventivati 6-. I 200 mila posti di lavoro annunciati non si sono visti. In compenso in tv passano gli spot governativi in cui i volontari ringraziano per la fortuna di aver lavorato gratis e ripetono a più voci il mantra del successo di Expo.
8 milioni e mezzo per lo spettacolo monstre del canadese Cirque du Soleil, compagnia in via di liquidazione, giusto con qualche flebile lamento da parte dei teatranti italiani: Milano sarebbe la città della Scala e del Piccolo, l’Italia il Paese dell’opera lirica e della Commedia dell’Arte. Roberto Bolle, per il quale la gente si strappa i capelli a Londra e a New York, si era offerto di ballare in Duomo, ma nessuno lo ha chiamato. L’investimento è stato pessimo: siamo ben lontani anche dal semplice pareggio. Diciamo un mezzo flop. Eppure Expo è stato un magnifico successo: guarda quanti tedeschi e giapponesi in bermuda in piazza Duomo. La Milano da bere 2.0.
I contenuti politici sono stati sostanzialmente irrilevanti. Secondo Caritas Internazionale anche nella Carta di Milano, unico documento prodotto, “non si sente la voce dei poveri del mondo, né di quelli del Nord né di quelli che vivono nel Sud del pianeta”. Ciò non toglie che Expo è stato un fantastico successo.
Coraggio, dillo anche tu: Expo è stato un grande successo, e il mago di Rho(z), Giuseppe Sala, il suo miglior interprete, manager perfetto per la città-holding.
Premessa al fatto che anche il post-Expo, principale punto di programma per Milano, dovrà essere un enorme successo.
Bene. Lo speriamo tutti. Qua gufi non ce ne sono.
Ma un successo per chi? Per affaristi e mattonari che parteciperanno alla speculazione edilizia del millennio, la grande festa per lo spostamento dell’Università Statale nell’ex-sito Expo (e di Istituto dei Tumori, Besta e annessi e connessi, nell’ex-area Falck di Sesto San Giovanni, nell’edificanda Città della Salute) liberando a vantaggio del partito trasversale del cemento un intero grande quartiere, quello di Città Studi con le sue villette liberty, magari ci lasceranno giusto l’obitorio, in memory of?
O successo per i cittadini, dei 99 contro l’uno, che chiederanno conto di come i loro soldi sono stati investiti, e in quelle aree vorranno qualcosa che serve veramente alla città, che la fa crescere non solo in cubature, che migliora la qualità della vita di tutti?
Qual è il vero Albero della Vita?
E’ intorno al dopo-Expo che si gioca la partita del Sindaco di Milano. E’ principalmente su questo si dovranno misurare le proposte in campo.