E’ morto ancora “giovane” -anagraficamente e soprattutto nel suo corpo mutanteMichael Jackson. Il suo cuore per qualche ragione si è fermato. Non molti giorni fa aveva faticosamente annunciato in una conferenza stampa una serie di concerti a Londra per luglio. “The final curtain call” (l’ultima chiamata sul palco), aveva detto ai giornalisti. “Questo è il sipario, saranno i miei ultimi concerti… se lo dico vuol dire che davvero sarà così”. La fine è arrivata prima del previsto.

La parabola di Jacko, bambino ex-nero e infelice dalla voce prodigiosa, è stata decisamente tragica. Nella sua vita, e nella sua morte precoce, molti segni del tempo in cui ci è toccato vivere. L’impossibilità di avere la faccia che abbiamo, per dirne uno, e di diventare vecchi come lo sono diventati i vecchi che ci hanno preceduto. Jacko ci saluta dalla sua esistenza trans, tra le età, le razze, i sessi. E forse ci dice che in questo modo non è possibile vivere.

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