Silvia Costa, eurodeputata Pd:
ha sostenuto l’emendamento sull’aborto proposto dal Ppe

Nel 2o13 era andata proprio male, con la bocciatura netta della risoluzione Estrela che ribadiva l’autodeterminazione delle donne in materia di sessualità e riproduzione. Stavolta, grazie anche all’impegno di europarlamentari come Elly Schlein ed Elena Gentile, la risoluzione Tarabella, compresa la parte in cui si sostiene che le donne devono «avere il controllo dei loro diritti sessuali e riproduttivi, segnatamente attraverso un accesso agevole alla contraccezione e all’aborto» è passata a larga maggioranza (441 sì, 205 no e 52 astenuti), nonostante la mobilitazione dei cosiddetti “pro-life”.

Ma il PPE ha presentato un emendamento approvato dall’Aula che specifica che la legislazione sulla riproduzione deve comunque rimanere di competenza nazionale. Il che significa che le irlandesi, le polacche e le maltesi, cittadine di Paesi in cui dove l’aborto resta illegale, dovranno continuare a vedersela da sole. L’emendamento del PPE è stato sostenuto anche dalla parlamentare Pd Silvia Costa, che ha precisato di aver votato a favore della mozione solo perché è stato garantito il principio di sussidiarietà. Ecco il suo tweet: “Con emendamento PPE che ribadisce che sanità e diritti sessuali e riproduttivi sono competenza nazionale ho votato a favore della #Tarabella” (Luigi Morgano, altro eurodeputato Pd, ha reso noto di essersi astenuto).

Quindi un passo avanti, ma a metà.

Sarebbe a questo punto interessante che Silvia Costa, proprio in forza del principio di sussidiarietà che lei ha caldeggiato, a differenza della quasi totalità del partito a cui appartiene, ci dicesse che cosa dovremmo fare con la nostra legge 194, svuotata da un’obiezione di coscienza che in alcune regioni italiane, come il Lazio, supera il 90 per cento. Se ogni Paese europeo, come lei ritiene, deve vedersela da sé, ci dica come dobbiamo vedercela nel nostro: giusto qualche giorno fa una ragazzina genovese ha rischiato la pelle per aborto clandestino, scene da pre-’78 che dovrebbero preoccupare tutte e tutti, Silvia Costa compresa.

Restiamo quindi in attesa di una sua efficace proposta in materia, eventualmente anche di una proposta di Morgano, magari ne hanno di migliori delle nostre (il 50 per cento dei posti riservati ai non obiettori: tutta la proposta qui) : permettendoci di ricordare che la legge 194 è stata voluta dalla maggioranza delle cittadine e dei cittadini di questo Paese, cattoliche e cattolici compresi, consenso ribadito in un successivo referendum. E che fare tornare a crepare le donne non è una buona strategia anti-aborto. Silvia Costa che è una donna dovrebbe saperlo.

#save194

aggiornamento 11 marzo: a proposito di “competenza nazionale”. L’Europa ha autorizzato la commercializzazione della “pillola dei 5 giorni dopo”, contraccezione d’emergenza dopo rapporti a rischio (il farmaco ritarda l’ovulazione) senza necessità di ricetta medica. Molti Stati europei, fra cui la Germania, hanno già autorizzato la libera vendita. Non l’Italia, come potete leggere qui.

 

 

 

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