Ecco, se girellate un po’ per questo blog ci troverete molti spunti condivisi per una critica della politica, e forse il più alto e lucido è il discorso di Simone Weil per l’abolizione dei partiti. Eppure eccoci qui, dopo questa faticosa tornata elettorale, a far di conto, a proiettare, a immaginare tendenze, o semplicemente a leccarci le ferite, irresistibilmente attratti dal gioco dei numeri, delle maggioranze, delle minoranze, a chiederci di Di Pietro, della Lega, delle possibili alleanze, dei ballottaggi… A cominciare da me, dico.

Ma davvero continuiamo ad aspettarci che da lì possano arrivare cambiamenti significativi per le nostre vite? O non sarebbe invece più giusto distrarsi, coerentemente, “astenersi” da questa speranza che più volte abbiamo constatato essere malriposta, riservare ad altro le nostre migliori energie, continuare, come dice una mia amica, nel tentativo di “districare la politica dal potere”?

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