Così Giovanni Sartori sul Corriere di ieri:

“… chi va a votare nelle primarie è di solito più coinvolto nella politica, e quindi più «intenso», più appassionato dell’elettore medio, dell’elettore normale. In tal caso il candidato scelto dalle primarie è un candidato sbagliato, un candidato perdente. Se, per esempio, Vendola trionfasse nelle primarie della sinistra, la mia previsione è che per il Pd sarebbe una catastrofe“.

E ancora: “A lume di logica i partiti con primarie dovrebbero piacere agli elettori più dei partiti senza primarie. Ma in Italia non è così. Agli elettori di Berlusconi sembra (dai sondaggi) che delle primarie non importi un fico“.

Massimo D’Alema ha tutte le ragioni quando dice che dopo le primarie ci sono le secondarie, obiettivo che viene volentieri smarrito. Sulla base di queste considerazioni vorrei chiedervi due cose:

a) Nichi Vendola ha buone probabilità di vincere le primarie, e nessuna di vincere le secondarie. Evitare il passaggio delle primarie di coalizione sarebbe, in questa chiave, anche un gesto di responsabilità. Voi che cosa ne pensate?

b) se si constatasse che dove si sono tenute primarie di coalizione (a Milano, e presto a Bologna e a Torino) il candidato che ha vinto non ha nessunissima possibilità di vincere la sfida con il centrodestra, mentre uno di quelli che ha perso avrebbe buone chance, ci si dovrebbe comunque attenere fedelmente all’esito della consultazione, o è pensabile “tradirlo” per realpolitik?

Vi chiedo gentilmente di discutere con ordine, attenendovi ai due quesiti che pongo. E anche di fare rispondere amici, colleghi e parenti interessati alla questione.

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •