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occupy wall street

esperienze, Politica Ottobre 14, 2011

Novantanove a uno

Saranno forse duecentomila gli indignados che domani confluiranno a Roma per manifestare. Con ragioni sacrosante –il 99 per cento siamo noi! di Occupy Wall Street– e obiettivi politici che necessitano ancora di una messa a punto. Se il 99 per cento siamo noi, e l’1 per cento ci fa ballare, certamente questo 99 per cento saprà indicare obiettivi e programmi. Si deve avere fiducia in questo, e collaborare alla preparazione del prossimo futuro, guardando avanti. La piazza deve servire soprattutto a misurare questa capacità, a raccogliere umori, desideri, idee.

Ma occhio, ragazzi. C’è molto nervosismo in giro. Le ultime peripezie di un governo sull’orlo del default, 12 sbadigli inclusi, eccitano il desiderio di uno show down. Sarebbe rovinoso. Occhio a chi, da una parte e dall’altra, irresponsabilmente, spera in un sabato di guerriglia. Anche qui, siamo 99 a uno. E quell’uno va isolato fermamente, e senza tentennamenti. Armarsi di non-violenza, spargerla dappertutto intorno a sé. Credere fermamente nel fatto che lo scontro fisico non è la strada giusta, e dimostrarlo nelle parole e nei fatti. Portare conflitto e pace, che possono andare di pari passo. Mostrare tutta la forza che c’è nella responsabilità. Per questo sarebbe importante una grande partecipazione femminile.

Calma ragazzi. Fare di tutto perché la manifestazione di domani costituisca un oggettivo passo avanti in direzione del meglio.