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aldo giovanni e giacomo

esperienze, Politica Febbraio 21, 2011

TAFAZZI E ALTRI ANIMALI

Perfino Salvatore Veca, uno che di categorie filosofiche s’intende -oltre che un amico- assume nel cielo delle idee il tafazzismo, ovvero quella certa propensione, diffusa soprattutto a sinistra, a darsi da soli martellate sui cabasisi, genialmente incarnata dall’indimenticato Tafazzi di Aldo Giovanni e Giacomo. Commentando sul Corriere la vicenda Pisapia-Affittopoli (oggi il candidato sindaco ammette di aver commesso “una leggerezza” sia a parlare di fango sia a non dare subito spiegazioni, e finalmente si decide a darle), Veca dice di temere polemiche e divisioni nella sinistra a causa di un appartamento di troppo, e riporta sull’obiettivo prioritario: vincere le elezioni.

In effetti il dibattito interno in questi giorni -soprattutto online- è stato vivacissimo: tra chi chiedeva trasparenza a qualunque costo, e i teorici del fango che avrebbero preferito tacere, insabbiare e andare avanti.

Una cosa mi sentirei di dire a Veca: chi invoca chiarezza lo fa proprio perché vuole, pretende, desidera intensamente vincere, perché sa che le reticenze, soprattutto su un tema come quello della casa, si pagano salate, e perché la moralità pubblica, in una situazione di degrado assoluto come quella in cui viviamo, non è un optional, ma il bene più prezioso da portare al mercato della politica. Se gli “insabbiatori” non hanno capito questo, be’, non hanno capito nulla. Con la rete, poi, e che Dio la benedica! La tentazione di non dire, di occultare, di piegare la verità dei fatti alle convenienze contingenti e a supposte ragioni superiori fa più male di qualunque martellata inguinale. Che procura un dolore lancinante, certo, ma passeggero.

Ora calcolare i danni dell’incidente. E senza farsi sconti, per favore. Anche qui, trasparenza, e niente balle autoconsolatorie.

AMARE GLI ALTRI, scuola Luglio 29, 2009

PROF, MI PASSI LA CADREGA

La signora onorevole Paola Goisis, deputata della Lega veneta ed ex professoressa, ha una faccia da casalinga perbene, con i capelli rossi un po’ a pagoda. Ha avuto un’ideona, che ha proposto in commissione Cultura della Camera, dove si sta discutendo di riforma della scuola. Che i professori siano sottoposti a un «test dal quale emerga la loro conoscenza della storia, delle tradizioni e del dialetto della regione in cui intendono insegnare». Conoscenza, questa sì, meritoria, altro che alla selezione basata sui titoli di studio. Alla presidente della commissione, Valentina Aprea (Pdl), dev’essere venuto un colpo, tant’è che ha sconvocato il comitato ristretto, investendo della questione la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La Lega però si è opposta, e la riforma si è bloccata.

Intanto l’idea non è dell’onorevole Goisis, ma di Aldo Giovanni e Giacomo, che nella gag -qui sopra- cercano di smascherare il terrone chiedendogli che cos’è la cadrega. E poi vedo che l’onorevole Goisis è nata a Livorno, quindi è quasi terrona: la prova di veneto, per candidarsi su al Nord e ottenere un cadreghino giù al Sud, gliel’avranno fatta fare?