Se per alcuni la staffetta è cosa fatta (si tratta solo di trovare un posto adeguato per l’Enrico), per altri l‘Enrico tiene duro e non molla.

Son momenti così.

Ma se staffetta fosse, se il Matteo prendesse la guida dei governo e mettesse subito a segno quei due o tre colpi a effetto che darebbero il segno certo (?) della svolta, dovrebbe pur sempre tenere conto del fatto che quanto a democrazia restiamo al limite, e che tra le primarie e le elezioni c’è una significativa differenza. E che gli italiani, secondo i sondaggi, in maggioranza vorrebbero andare al voto.

Ora lui potrà sempre dire, o almeno pensare, che al voto ci vogliono andare perché c’è l’Enrico e non lui, e che quando ci sarà lui forse al voto non vorranno andarci mai più. Ma a me parrebbe sensato, sempre che staffetta sia, che si tratti di una staffetta breve, giusto per i mesi che mancano alla fine preventivata del governo Letta, in modo da rientrare in democrazia con tutti e due i piedi.

Vero è che il Parlamento tutto, Senato compreso, in particolare veteranissimi e miracolatissimi, all’idea di durare fino al 2018 ha fatto la ola: in caso diverso troppi dovrebbero tornarsene a casa e ciao. Ma è vero anche che in quel Parlamento il Matteo potrebbe rosolare a fuoco lento, benché lui sia convinto che sul barbecue ci andranno gli altri.

Insomma, le variabili sono molte, nelle prox ore si vedrà.

E intanto noi contiamo i giorni che mancano a fine mese, e una ragazza di 18 anni muore di setticemia perché non aveva i soldi per curare un ascesso al dente.

p.s. al momento (ore 16.30) il sondaggio (non scientifico) di Corriere.it vede una maggioranza netta (quasi 80 per cento) di sfavorevoli alla staffetta.

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