Non so voi, io sto cercando di seguire ancora i talk politici. Devo farlo, quanto meno per lavoro. Mi pare di non farcela più. Mi pare che nessuno di noi ce la faccia più.

Ci manca, amic*, la necessaria concentrazione per seguire nel dettaglio i non accordi, i tatticismi, le schede bianche, la deflagrazione del Pd (in cui è rappresentato tutto il ventaglio delle ipotesi: dall’accordo con i 5 stelle, al governissimo con il Pdl, a un’alleanza con la Lega, al ritorno alle urne), le vicende giudiziarie di Berlusconi, il conflitto tra il Presidente Napolitano e il partito di Repubblica… Non riusciamo a eccitarci per l’elezione dei presidenti della Camera e del Senato, no.

Non per cattiveria, ma quelle poche energie che ci restano dobbiamo riservarle a far quadrare il bilancio familiare, a cercare le offerte per la spesa, a non perdere il lavoro, o a cercarne uno se l’abbiamo già perso, a preoccuparci per i figli, a organizzare i turni per occuparci dei bambini, dei vecchi e dei malati, visto che che il welfare siamo noi, a tenere in qualche modo viva la fiducia… stupidaggini così.

Sbrigatevi: non ce la facciamo più, con questi preliminari infiniti. Nessuno vi ha costretto a candidarvi: è stata una vostra libera scelta, siete stati eletti, ora fate in fretta, senza clamore, responsabilmente, tutto quello che dovete fare per il bene del vostro Paese. Lavorate per unire, non per dividere. Gettate ponti: e invece di giorno in giorno vediamo aumentare le lacerazioni. Come se ognuno giocasse solo la propria partita personale, eventualmente su più tavoli, tutti contro tutti. Non perdete i contatti con la realtà. Non lasciatevi drogare dall’eccitazione della politica politicante. Fate parlare le vostre coscienze.

Ma la vera grande paura è quella di nuove elezioni. Il Paese potrebbe rivoltarsi. La protesta disciplinata del Movimento 5 Stelle potrebbe non bastare più. L’argine potrebbe crollare.

Dovreste conoscerlo, questo Paese che avete voluto rappresentare. Dovreste sapere della sua grande resilienza, della sua capacità di assorbire tutto, di adattarsi a tutto, fino allo stremo. Ma dovreste tenere presente anche il modo in cui, all’improvviso, questo Paese si rivolta e fa saltare il banco.

Io spero che il Presidente Napolitano, rompendo ritualità e indugi, saltando ogni inutile cerimonia, sappia rapidamente indicare il nome di un candidato presidente del Consiglio la cui personalità abbia qualche chance di rompere schemi e schieramenti sollecitando la coscienza di ogni singolo parlamentare. Abbiamo un parlamento ringiovanito e femminilizzato: spero che sappia reinterpretare il suo ruolo, che si riprenda la propria centralità, ridimensionando il ruolo del governo, buttando all’aria la scacchiera dei tatticismi politicanti, rompendo da subito con le logiche imposte dalle vecchie leadership e avendo come stella polare il bene del Paese, non quello angusto del proprio schieramento. Non dimenticate di essere donne, non dimenticate di essere giovani, non smettete di parlare la vostra lingua.

Disubbidite!

E fate in fretta.  Stiamo soffrendo troppo. Non c’è più tempo.

 

 

 

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •