Dunque, ricapitolando:

sanzioni per chi vende tabacco ai ragazzi (bene, ma il divieto è facilmente aggirabile)

norme sul commercio di alimenti crudi, pesce e altro (ok)

slot-machine e videogiochi d’azzardo ad almeno 500 metri da scuole e ospedali (boh, a che serve? e invece i centri massaggi cinesi e thailandesi vanno bene?)

tasse su bibite gassate e dolci (e allora le merendine? le caramelle? i chewing gum? e i cibi grassi? il salame? il lardo? e la ‘nduja? quale è il criterio?)

visita obbligatoria del medico sportivo anche solo per frequentare palestre e piscine (provvedimento poi rientrato).

Nel decretone del ministro della Sanità spira un confuso venticello neoproibizionista, con particolare riguardo agli stili di vita dei giovani. Anche se, come si sa da sempre, i proibizionismi non hanno mai proibito nulla e sono serviti solo a ingrassare chi si organizzava per eluderli.

Una tentazione dirigistica che a me non piace affatto. Se a ciò si aggiunge lavorare-e-tacere (se vuoi lavorare, accettando qualunque condizione) nonché votare-e-tacere (quelli che vogliono loro: e grazie tante se ti fanno votare), be’, il quadretto diventa davvero imbarazzante.

Non solo troppo Mercato. Anche troppo Stato.

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