culla_vuota

Qualche anno fa, nel suo libro “Creating a Life”, l’economista americana Sylvia Anne Hewlett diede l’allarme: siamo state bellamente imbrogliate, i medici non ci hanno spiegato con sufficiente chiarezza che anche se a 40 anni ne dimostriamo 30, i nostri ovuli ne hanno esattamente 40. Neanche un mese di meno. E da che mondo e mondo un ovulo di 40 anni fa una certa fatica a diventare un bambino. Hewlett gridava per conto un’intera generazione di childless per caso: neanche un figlio ma senza averlo mai scelto davvero.
Bene, l’informazione è passata. Visto quello che è capitato a molte sorelle maggiori –pentite, secondo un sondaggio Gallup, 7 volte su 10- oggi le ragazze aggiustano le cose in modo da non ritrovarsi con l’acqua alla gola. E sui 30 e something, anche prima, partono con le manovre per mettere al mondo il ragazzino. Eventualmente un paio.
Altra faccenda è se sei childless per scelta, cosa sempre possibile. Qui la fatica è un’altra: quella di dover convincere il mondo che stai benissimo così, e che non sei affatto un mostro senza cuore.
Non-madri presenti e a venire potranno trarre ottimi argomenti dal libro di Paola Leonardi e Ferdinanda Vigliani, “Perché non abbiamo avuto figli” (FrancoAngeli): 14 signore, da Natalia Aspesi a Piera Degli Esposti, Margherita Giacobino, Adriana Zarri, che raccontano e motivano articolatamente la loro scelta. “Avere figli è una cosa di cui non solo si può fare a meno, ma che secondo me è un eccesso… Ci terrei a non dire che se non si fanno figli si fa qualcos’altro. No. Semplicemente non si fanno figli” (Aspesi). E Degli Esposti: “Credo che sia di più il fatto che sono molto legata ai miei genitori… Ho voluto per sempre rimanere la loro figlia, anche quando non c’erano più”. Per Adriana Zarri, invece, “l’amicizia è una cosa molto, molto importante, molto più della famiglia”.
E’ singolare che nel catalogo delle molte libertà femminili, questa di non fare figli resti fra le più scandalose. A memoria probabilmente della malevolenza divina con cui la sterilità è stata spiegata per millenni: come si può volersi male da sé? Ma anche del fatto che c’è il “sì” di una donna all’origine di ciascuna delle nostre vite. E quella donna, accidenti, avrebbe anche potuto dire “no”.

(pubblicato su Io donna-Corriere della Sera il 6 febbraio 2010)

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •