C’è una riforma che in questo Paese non si fa mai, alla faccia della fuga dei cervelli e tutte le belle balle che ci raccontiamo. E si tratta della riforma essenziale.

Troppo raramente questo Paese viene dato in mano a gente capace. Con poche e onorevoli eccezioni, la sterminata conventio dei mediocri generalmente raccomandati tiene saldamente le redini, dalle aziende alle istituzioni. Incapaci patentati della cui medietà o nullità tutti sanno, ma nessuno può permettersi di dire perché la si pagherebbe cara. Re nudi a cui si deve ubbidire anche quando è chiaro che non ne fanno una giusta, per di più incarogniti dall’intima consapevolezza della propria insipienza e incompetenza, e memori di dovere ai favori di qualcuno la propria prestigiosa posizione, perciò sempre terrorizzati di poter essere smascherati e di perdere tutto.

Questa riforma non ha bisogno di dibattiti parlamentari, ma deve passare attraverso le coscienze. Serve la piena consapevolezza del fatto che offrire a qualcuno incarichi dirigenziali per ragioni diverse dalle capacità e dal merito significa impoverire tutti. In particolare, in questi tempi grami, può voler dire mettere a rischio posti di lavoro.

La qualità non è opzionale! Si dovrebbe pertanto trovare la strada per arginare questa deriva, perché anzichè migliorare, come si dovrebbe, la cose vanno sempre peggio.

Al momento non mi è chiaro quale, ma so che è tremendamente importante.

Acqua alle corde!

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