In questo Paese le cose vanno così: chi ha molto vinto deve continuare a vincere, perché appena incespica verrà sbranato. E da quegli stessi che di quel potere hanno goduto. Le famose monetine contro Craxi all’hotel Raphael, per non ricordare di peggio: la “scomparsa” delle camicie nere il 26 aprile 1945. E’ questa l’altra faccia dello strapotere: una volta che perdi sei finito, e continui a inanellare sconfitte, ti arriva addosso di tutto. Guardate qui.

Probabilmente è la prima volta negli ultimi vent’anni che B. appare davvero come un perdente, costretto a un triplo salto mortale con voltafaccia carpiato nel giro di poche ore e ad annunciare in extremis il suo sostegno al governo Letta (qui suo discorso al Senato). Perdente oggi molto più che il giorno della sentenza Mediaset. I suoi l’hanno mollato, più per senso di sopravvivenza che per senso di responsabilità. Quei pochi che gli resistono intorno se la daranno a gambe a breve: il tempo di constatare che da mangiare non ce n’è più.

Un B. perdente non è più B. E’ una specie di ossimoro, e senza ritorno. Sarei pronta a scommettere che da domani i sondaggi registreranno una caduta di consensi. Perché se non B. vince, a che cosa serve?

In questo senso, quella di oggi è davvero una giornata storica. Di quelle che dovrebbero rallegrare chi B. non l’ha mai sostenuto. E invece troppo allegri, chissà perché, non si riesce a essere.

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