Apro i giornali, stamattina, vedo i titoli: “I figli di Berlusconi“, “La zia di Noemi” e no, anche oggi non ce la posso fare. Oggi vorrei parlare di politica. Vedo anche tra i titoli che a Milano le multe sono aumentate dell’80 per cento, e allora vi racconto questa.

Poco più di un anno fa, una sera, mi sento piuttosto male. Dolori addominali fortissimi e “strani”. Intorno a mezzanotte decido di andare al pronto soccorso del Policlinico, pieno centro di Milano. Dove accertano, per mia fortuna, che non è nulla di serio. Qualche mese dopo mi arriva una multa per quella notte: avevo imboccato la corsia riservata ai taxi. Stavo male, non me ne sono resa conto. Tento un ricorso, inviando al Giudice di pace copia della documentazione dell’ospedale: foglio di accettazione, referti, etc.

Un paio di mesi fa mi arriva la comunicazione dell’udienza, fissata in piena estate, in un periodo in cui presumibilmente non sarò in città. Il mio ricorso non è stato accettato né respinto. Si dovrà vedere. Telefono in Tribunale, spiego la situazione, mi consigliano di inviare un fax dove si spieghi che sarò assente e si richieda di rinviare la data dell’udienza, o in alternativa -la più ragionevole- di procedere in mia assenza: nel ricorso è spiegato tutto, cartelle cliniche comprese. Non ho molto da dire di più.

Un mese dopo mi arriva, sempre a casa con ufficiale giudiziario, una seconda comunicazione con nuova data di udienza.

Dunque: per recuperare un’ottantina di euro alle casse comunali sfiancate dalla perdita dell’Ici si mette in piedi una macchina infernale che costa decine di migliaia di euro (ufficiali giudiziari, giudici, addetti del Tribunale, eccetera). Poiché quei soldi così malamente investiti sono anche miei, e vostri, e dato che mi spiace far perdere tanti soldi a tutti voi, e se l’avessi saputo non avrei mai fatto ricorso, me ne lamento al telefono con un’addetta del Tribunale. Le do del tu e le dico: “Scusa, ma ti pare che l’operazione abbia senso? Sono soldi nostri buttati via”: Lei mi dice di sì, che ho ragione, ma che lei non ci può fare nulla: il guaio è sempre questo, che tutti ritengono di non poter fare nulla, di essere irresponsabili rispetto al contesto in cui operano, e questo è altamente impolitico. Se ci sentissimo pienamente responsabili rispetto ai contesti in cui viviamo e operiamo, sarebbe una rivoluzione istantanea.

Ora sto pensando che fare: se presentarmi all’udienza, Comune di Milano versus Terragni (fissatami oltretutto in un’altra giornata problematica), o rinunciare al ricorso e pagare la multa, evitando altri sperperi. Ma non so se a questo punto sia possibile fermare la macchina in corsa.

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