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Ici

Donne e Uomini, economics, Politica Dicembre 6, 2011

Continueranno a evadere

Mi auguro non sia solo un esercizio di retorica dire che questa manovra, che fa esultare i mercati, nella sua sostanza non va. La speranza è che ci sia un dibattito parlamentare vero e che almeno alcuni degli emendamenti vengano accolti.

Questa manovra non va per due grandi ordini di ragioni: a) non è sufficientemente equa b) non vi è alcuno spiraglio che lasci intravedere all’orizzonte un modello diverso da quel capitalismo finanziario che ci ha portati alla catastrofe: in buona sostanza, le logiche con cui si cura il male sono le stesse che l’hanno causato.

Sull’equità: tra le molte questioni, la domanda principale è per quale ragione la manovra sostanzialmente non intervenga sul problema dell‘evasione fiscale, problema numero uno del nostro bilancio. Perchè? Se tutti pagassero quanto devono saremmo fuori dai guai. E’ evidente a tutti che il limite di 1000 euro per la tracciabilità è una misura insufficiente e facilmente aggirabile. Ergo: si potrà tranquillamente continuare a evadere, e nessuno denuncerà gli evasori, non avendone alcuna convenienza. Questo renderà insopportabile ogni sacrificio, insieme al forte peso simbolico del non-intervento sui costi della politica -la casta non voterebbe mai una manovra che contenesse seri provvedimenti anti-casta-. Quanto a questioni simboliche, anche la Chiesa -la Cei concorda sul fatto che la manovra avrebbe potuto essere più equa- dovrebbe spontaneamente offrirsi fare la sua parte, versando l’Ici sul suo cospicuo patrimonio immobiliare, circa 50 mila immobili sul territorio italiano in gran parte non adibiti a esercizio del culto.

Sul “modello”. Leggo sul Corriere, non su un foglio rivoluzionario, le riflessioni del premio Pulitzer Adam Haslett: “Sia al di qua che al di là dell’Atlantico, le esigenze delle élite finanziarie si scontrano con la volontà popolare, apertamente ignorata” (…) “E’ assai poco rincuorante constatare che l”attuale crisi non rappresenta che un semplice ingranaggio nell’evoluzione storica complessiva del capitalismo occidentale, che continua a redistribuire la ricchezza verso l’alto, a indebolire le istituzioni democratiche e a concentrare il potere nelle mani di pochi individui“. Considerazioni perfino “banali”, che raccontano qualcosa che è sotto gli occhi di tutti.

Molto difficile che siano dei professori di economia a portarci fuori da questa idea di economia.

Ci sarebbero tantissime altre cose da dire. Ne dico almeno un’altra: si conferma l’idea che le donne conquistino la parità lavorativa solo in uscita (età pensionabile), con pensioni mediamente inferiori del 30 per cento a quelle degli uomini, continuando a erogare -anzi aumentando- le loro prestazioni di welfare vivente. Su questo conviene a tutti continuare a non vedere e a tacere. Mi auguro che non tacciano le donne di Se non ora quando che l’11 dicembre manifesteranno a Roma.

L’augurio è che la partita non sia ancora del tutto chiusa. Il problema è come riuscire a farsi sentire.

economics, Politica Dicembre 3, 2011

Ok, tranquilli: pago io

illustrazione di Emanuele Fucecchi per Il Fatto Quotidiano

Dopo aver appreso che il prof. Mario Monti pensava seriamente di presentare la sua manovra da Vespaprimo orribile deja vu-, eventualmente con lavagnetta, altro contratto con gli italiani? prima ancora di presentarla in Parlamento, programmino poi opportunamente cambiato in corsa, ma che comunque lascia veramente sbigottiti –ma come diavolo gli sarà venuto in mente?- faccio due conti e apprendo che, come al solito, a pagare sono io (e anche buona parte di voi, credo): secondo orribilissimo deja vu.

Sono lavoratrice dipendente. E mi sento pure in colpa per questo, essendoci un sacco di gente che il lavoro non ce l’ha. Il mio reddito, immagino come quello di moltissimi di voi che leggete, sta in una di quelle aliquote per le quali si prevede il ritocco Irpef. Bene.

Ho una casa di proprietà (mutuo ancora in corso) e una casa al mare (mutuo estinto), per le quali pagherò Ici o Imu e super Ici o super Imu. Più varie altre nuove tasse e tassette (passi carrai, ecc.).

Per il mio lavoro di welfare vivente (casa, figlio, mamma, e via dicendo) non percepisco redditi, e quindi evado alla grande.

Insomma, non sono povera, e non sono ricca. Non riesco a risparmiare più niente. Valuto attentamente tutte le spese che faccio. Pochissimi capricci, quasi zero: per fortuna non sono una donna viziata.

Ok, anche stavolta pago io. Perché non vedo serie misure sull’evasione fiscale (i finti poveri, come li chiama Massimo Fracaro sul Corriere di oggi): gli straricchi che non denunciando nulla, già non pagano nulla. E non vedo misure che incentivino la denuncia dell’evasione, pratica in cui ci imbattiamo ogni giorno e che anzi, se devo dire, mi pare capillarmente aumentata: se io non posso in qualche modo dedurre, se non ho una contropartita dal fatto di pretendere ricevuta fiscale, non cambierà mai un accidente, ci arriva anche un bambino.

E poi non vedo seri tagli ai vitalizi della “casta”. Non vedo Ici sul patrimonio immobiliare ecclesiastico. Non vedo tagli alle spese militari. Non vedo tasse sulle speculazioni finanziarie. Non vedo imposte salatissime per gli inquinatori.

 Soprattutto, non vedo un’idea di Paese, di crescita, una visione, qualcosa che vada oltre l’idea angusta di un ragionieristico pareggio di bilancio, ammesso e non concesso che ci arriviamo.

Tanto, se non ci arriviamo, nessun problema. Pago sempre io.   

 

Politica, TEMPI MODERNI Maggio 28, 2009

I FIGLI, LA ZIA E LA MULTA

Apro i giornali, stamattina, vedo i titoli: “I figli di Berlusconi“, “La zia di Noemi” e no, anche oggi non ce la posso fare. Oggi vorrei parlare di politica. Vedo anche tra i titoli che a Milano le multe sono aumentate dell’80 per cento, e allora vi racconto questa.

Poco più di un anno fa, una sera, mi sento piuttosto male. Dolori addominali fortissimi e “strani”. Intorno a mezzanotte decido di andare al pronto soccorso del Policlinico, pieno centro di Milano. Dove accertano, per mia fortuna, che non è nulla di serio. Qualche mese dopo mi arriva una multa per quella notte: avevo imboccato la corsia riservata ai taxi. Stavo male, non me ne sono resa conto. Tento un ricorso, inviando al Giudice di pace copia della documentazione dell’ospedale: foglio di accettazione, referti, etc.

Un paio di mesi fa mi arriva la comunicazione dell’udienza, fissata in piena estate, in un periodo in cui presumibilmente non sarò in città. Il mio ricorso non è stato accettato né respinto. Si dovrà vedere. Telefono in Tribunale, spiego la situazione, mi consigliano di inviare un fax dove si spieghi che sarò assente e si richieda di rinviare la data dell’udienza, o in alternativa -la più ragionevole- di procedere in mia assenza: nel ricorso è spiegato tutto, cartelle cliniche comprese. Non ho molto da dire di più.

Un mese dopo mi arriva, sempre a casa con ufficiale giudiziario, una seconda comunicazione con nuova data di udienza.

Dunque: per recuperare un’ottantina di euro alle casse comunali sfiancate dalla perdita dell’Ici si mette in piedi una macchina infernale che costa decine di migliaia di euro (ufficiali giudiziari, giudici, addetti del Tribunale, eccetera). Poiché quei soldi così malamente investiti sono anche miei, e vostri, e dato che mi spiace far perdere tanti soldi a tutti voi, e se l’avessi saputo non avrei mai fatto ricorso, me ne lamento al telefono con un’addetta del Tribunale. Le do del tu e le dico: “Scusa, ma ti pare che l’operazione abbia senso? Sono soldi nostri buttati via”: Lei mi dice di sì, che ho ragione, ma che lei non ci può fare nulla: il guaio è sempre questo, che tutti ritengono di non poter fare nulla, di essere irresponsabili rispetto al contesto in cui operano, e questo è altamente impolitico. Se ci sentissimo pienamente responsabili rispetto ai contesti in cui viviamo e operiamo, sarebbe una rivoluzione istantanea.

Ora sto pensando che fare: se presentarmi all’udienza, Comune di Milano versus Terragni (fissatami oltretutto in un’altra giornata problematica), o rinunciare al ricorso e pagare la multa, evitando altri sperperi. Ma non so se a questo punto sia possibile fermare la macchina in corsa.