Il senatore Mario Monti riceverà oggi una “rappresentante delle donne”, a quanto pare la consigliera di parità Alessandra Servidori.

Dato che non si può ricominciare ogni volta daccapo, per capirci facciamo un paio di esempi:

a) ve lo vedete il primo ministro incaricato svedese che riceve “una rappresentante delle donne”?

b) ve lo vedete un qualunque primo ministro incaricato che riceve “un rappresentante degli uomini”?

Le donne non sono una categoria. Le donne sono la maggoranza della popolazione. Sono la cittadinanza tout court.

Probabilmente all’università Bocconi il numero delle iscritte supera quello degli iscritti, e sono le studentesse a essere le più brillanti, come in tutte le università del mondo. Il Professor Monti lo sa. E allora speriamo che adotti questo sguardo consapevole nella composizione del suo governo.

Non si tratta di mettere insieme la squadra ideale, e infine di dirsi: e le donne? di solito le cose vanno così. Si tratta di considerare da subito la cittadinanza bisessuata. A Milano è stato fatto. A Torino, a Bologna, a Cagliari è stato fatto. Tecnici non è sinonimo di uomini. La presenza di donne non è un lusso che non ci si può permettere in tempi bui: semmai è un modo per fare luce.

E non si tratta di farlo per sexual correctness, o per ragioni di immagine di fronte al mondo, che pure, come abbiamo visto, contano parecchio, e la misoginia della nostra politica resterà negli annali della storia. Si tratta di farlo perchè l’eccesso di uomini è uno dei mali veri della nostra classe dirigente, male che ha fatto ammalare il Paese, sovrainfezione che ha aggravato le nostre condizioni.

C’è molta agitazione delle donne nel web, mista a speranza. Che non sia tradita.

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