Albero della Vita 1

Expo è un enorme successo: qualunque sia il punto di partenza, di qui devi passare. Dal riconoscimento che Expo è stato un grandioso successo.

Anche nella Carta dei valori delle primarie del centrosinistra si menziona “il successo di Expo 2015 con la grande partecipazione popolare ai suoi eventi”. Se vuoi candidarti il boccone lo devi mandare giù.

Con 18 milioni di visitatori l’Expo di Hannover fu definita “flop del millennio”, e il sito oggi è una città fantasma totalmente abbandonata. Ma con 20 milioni di biglietti–forse- l’Expo di Milano è un enorme successo. I contribuenti hanno in collo un debito di 160 milioni per acquistare le aree –valore reale, una ventina-, 72 milioni per la bonifica –ne erano stati preventivati 6-. I 200 mila posti di lavoro annunciati non si sono visti. In compenso in tv passano gli spot governativi in cui i volontari ringraziano per la fortuna di aver lavorato gratis e ripetono a più voci il mantra del successo di Expo.

8 milioni e mezzo per lo spettacolo monstre del canadese Cirque du Soleil, compagnia in via di liquidazione, giusto con qualche flebile lamento da parte dei teatranti italiani: Milano sarebbe la città della Scala e del Piccolo, l’Italia il Paese dell’opera lirica e della Commedia dell’Arte. Roberto Bolle, per il quale la gente si strappa i capelli a Londra e a New York, si era offerto di ballare in Duomo, ma nessuno lo ha chiamato. L’investimento è stato pessimo: siamo ben lontani anche dal semplice pareggio. Diciamo un mezzo flop. Eppure Expo è stato un magnifico successo: guarda quanti tedeschi e giapponesi in bermuda in piazza Duomo. La Milano da bere 2.0.

I contenuti politici sono stati sostanzialmente irrilevanti. Secondo Caritas Internazionale anche nella Carta di Milano, unico documento prodotto, “non si sente la voce dei poveri del mondo, né di quelli del Nord né di quelli che vivono nel Sud del pianeta”.  Ciò non toglie che Expo è stato un fantastico successo.

Albero della Vita 2

Coraggio, dillo anche tu: Expo è stato un grande successo, e il mago di Rho(z), Giuseppe Sala, il suo miglior interprete, manager perfetto per la città-holding.

Premessa al fatto che anche il post-Expo, principale punto di programma per Milano, dovrà essere un enorme successo.

Bene. Lo speriamo tutti. Qua gufi non ce ne sono.

Ma un successo per chi? Per affaristi e mattonari che parteciperanno alla speculazione edilizia del millennio, la grande festa per lo spostamento dell’Università Statale nell’ex-sito Expo (e di Istituto dei Tumori, Besta e annessi e connessi, nell’ex-area Falck di Sesto San Giovanni, nell’edificanda Città della Salute) liberando a vantaggio del partito trasversale del cemento un intero grande quartiere, quello di Città Studi con le sue villette liberty, magari ci lasceranno giusto l’obitorio, in memory of?

O successo per i cittadini, dei 99 contro l’uno, che chiederanno conto di come i loro soldi sono stati investiti, e in quelle aree vorranno qualcosa che serve veramente alla città, che la fa crescere non solo in cubature, che migliora la qualità della vita di tutti?

Qual è il vero Albero della Vita?

E’ intorno al dopo-Expo che si gioca la partita del Sindaco di Milano. E’ principalmente su questo si dovranno misurare le proposte in campo.

 

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