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sindaco di Milano

Politica Dicembre 4, 2015

Le cene del sindaco-re

L’idea di una cena borghese in cui si decide chi dovrà essere il sindaco di Milano è francamente irritante. Anche perché, per una volta, mi piacerebbe che il/la sindaco/a di Milano fosse qualcuno che è nato e vive nella cosiddetta periferia, visto che la questione, nella prospettiva della città metropolitana, sarà al primo posto delle agende politiche. Ma soprattutto non è accettabile l’idea di un sindaco-re che insieme alla regina e alla sua corte contende all’imperatore il diritto di decidere chi dovrà essere il suo successore, pur dopo aver garantito che per correttezza non avrebbe sostenuto alcun candidato.

Non che mi sia mai fatta alcuna illusione sulla “partecipazione”: lì o sei invitato a cena anche tu o non partecipi a un tubo. Ma che da questa fastidiosa retorica si passi a una spudorata logica dinastica, in effetti è un po’ tantino. È questo a prescindere dal valore dei candidati e delle candidate lanciati nell’agone, tutti ottimi, ci mancherebbe.  Mi auguro pertanto che sia Renzi sia Pisapia si muovano con maggiore discrezione su Milano: non credo affatto che il sindaco uscente sia maggiormente titolato a invadere il campo. Il/la sindaco/a che voterò lo voglio “periferico” e senza sponsor.

Donne e Uomini, Politica Novembre 9, 2015

La signora Bedori, che vuole fare la sindaca a Milano

Patrizia Bedori, candidata 5 Stelle come sindaca a Milano

52 anni, disoccupata, esperta in comunicazioni visive e grillina della prima ora, solida aria da rezdora, Patrizia Bedori sarà la candidata sindaca 5 stelle alle prossime amministrative milanesi (a Torino è stata scelta una trentenne al settimo mese di gravidanza esperta di controllo e gestione, Chiara Appendino). Per ora Bedori è l’unica donna in gara a Milano. Indicata da primarie per una volta non virtuali, anche se non partecipatissime, e definita, al solito, “pasionaria”, come ogni donna assertiva che ami la politica e non sia lì come segnaposto di uomini: sarà interessante vederla sfidare il sciur Sala.

Ora si potrà anche pensare che i 5 Stelle esagerino scaraventando nell’agone semi-perfetti sconosciuti (non si può dire che finora gli sia andata male, però). Ma certo un po’ d’aria ti pare di respirarla, guardando il sorriso allegro di questa cittadina di zona 3.

Più o meno nelle stesse ore a Roma e a Bologna si presentavano rispettivamente la nuova sinistra e la nuova destra, e lì aria ne girava un po’ meno. La sensazione che in quelle operazioni pesi un po’ troppo il protagonismo (quasi esclusivamente maschile) dei promotori, gente che in gran parte fa politica da molti anni, ex-ministri, ex-viceministri e pure ex-premier, con il proprio bel carico di responsabilità, di errori e anche di colpe, che di politica campa e ritiene di avere il diritto di camparci sine die. E non servono nemmeno percentuali clamorose per garantirsi quelle 4 o 5 seggiole e poltrone.

Non funziona così. Non funziona più così. Non sono più pensabili operazioni verticistiche e algebriche, con successivo lancio di bocconi di partecipazione, tavoli, tavolini, officine e scantinati. Se davvero si tratta di politica e amor mundi, i veterani dovrebbero avere la generosità di mettere a disposizione la propria esperienza come facilitatori di processi, senza pretendere la prima fila. Assistiamo invece a un libero gioco di narcisismi quasi sempre maschili e spesso saturnini per operazioni posticce e di corto respiro.

Vedere la faccia di questa signora, confesso, stamattina mi ha messo di buon umore.

p.s: credevo non fosse necessario precisarlo, e invece sì. Questa non è propaganda per i 5 Stelle, né un endorsement per la signora Patrizia Bedori. Pongo questioni di metodo. Anche se non nascondo il mio compiacimento per il fatto che almeno una si sia lanciata.

 

economics, Politica Ottobre 28, 2015

Expo è un grande successo, Expo è un grande successo, Expo è un grande successo (ad libitum). Su, dillo anche tu!

Albero della Vita 1

Expo è un enorme successo: qualunque sia il punto di partenza, di qui devi passare. Dal riconoscimento che Expo è stato un grandioso successo.

Anche nella Carta dei valori delle primarie del centrosinistra si menziona “il successo di Expo 2015 con la grande partecipazione popolare ai suoi eventi”. Se vuoi candidarti il boccone lo devi mandare giù.

Con 18 milioni di visitatori l’Expo di Hannover fu definita “flop del millennio”, e il sito oggi è una città fantasma totalmente abbandonata. Ma con 20 milioni di biglietti–forse- l’Expo di Milano è un enorme successo. I contribuenti hanno in collo un debito di 160 milioni per acquistare le aree –valore reale, una ventina-, 72 milioni per la bonifica –ne erano stati preventivati 6-. I 200 mila posti di lavoro annunciati non si sono visti. In compenso in tv passano gli spot governativi in cui i volontari ringraziano per la fortuna di aver lavorato gratis e ripetono a più voci il mantra del successo di Expo.

8 milioni e mezzo per lo spettacolo monstre del canadese Cirque du Soleil, compagnia in via di liquidazione, giusto con qualche flebile lamento da parte dei teatranti italiani: Milano sarebbe la città della Scala e del Piccolo, l’Italia il Paese dell’opera lirica e della Commedia dell’Arte. Roberto Bolle, per il quale la gente si strappa i capelli a Londra e a New York, si era offerto di ballare in Duomo, ma nessuno lo ha chiamato. L’investimento è stato pessimo: siamo ben lontani anche dal semplice pareggio. Diciamo un mezzo flop. Eppure Expo è stato un magnifico successo: guarda quanti tedeschi e giapponesi in bermuda in piazza Duomo. La Milano da bere 2.0.

I contenuti politici sono stati sostanzialmente irrilevanti. Secondo Caritas Internazionale anche nella Carta di Milano, unico documento prodotto, “non si sente la voce dei poveri del mondo, né di quelli del Nord né di quelli che vivono nel Sud del pianeta”.  Ciò non toglie che Expo è stato un fantastico successo.

Albero della Vita 2

Coraggio, dillo anche tu: Expo è stato un grande successo, e il mago di Rho(z), Giuseppe Sala, il suo miglior interprete, manager perfetto per la città-holding.

Premessa al fatto che anche il post-Expo, principale punto di programma per Milano, dovrà essere un enorme successo.

Bene. Lo speriamo tutti. Qua gufi non ce ne sono.

Ma un successo per chi? Per affaristi e mattonari che parteciperanno alla speculazione edilizia del millennio, la grande festa per lo spostamento dell’Università Statale nell’ex-sito Expo (e di Istituto dei Tumori, Besta e annessi e connessi, nell’ex-area Falck di Sesto San Giovanni, nell’edificanda Città della Salute) liberando a vantaggio del partito trasversale del cemento un intero grande quartiere, quello di Città Studi con le sue villette liberty, magari ci lasceranno giusto l’obitorio, in memory of?

O successo per i cittadini, dei 99 contro l’uno, che chiederanno conto di come i loro soldi sono stati investiti, e in quelle aree vorranno qualcosa che serve veramente alla città, che la fa crescere non solo in cubature, che migliora la qualità della vita di tutti?

Qual è il vero Albero della Vita?

E’ intorno al dopo-Expo che si gioca la partita del Sindaco di Milano. E’ principalmente su questo si dovranno misurare le proposte in campo.

 

Politica Ottobre 25, 2015

Il sindaco di Milano non potrà non dirsi renziano

A Milano volano gli stracci (tra l’ex vicesindaca Ada Lucia De Cesaris e il candidato Pd alle primarie Pierfrancesco Majorino, accusato di usare il proprio ruolo istituzionale per farsi campagna elettorale) e si gira a vuoto alla vana ricerca di un candidato civico che si sacrifichi per non far sembrare le eventuali imminenti primarie quello che effettivamente sono: primarie del Pd, e non del centrosinistra. Oltretutto con candidati deboli e inadeguati a sostenere la sfida con il centrodestra.

Primarie ben diverse da quelle “risorgimentali” del 2010. Quindi molto poco attrattive per il centrosinistra (figuriamoci per la città nel suo complesso, che del dibattito sulle primarie se ne sta sbattendo allegramente).

Una cosa molto pericolosa e deprimente, il cui esito potrebbe essere quello di consegnare la città al centrodestra.

Lo stato di salute della coalizione è pessimo.

I civici di sinistra divisi e delusi: la promessa di partecipazione è stata tradita.

Prc si è già chiamata fuori.

Sel continua a cambiare idea sull’eventuale candidatura di Giuseppe Sala, commissario di Expo: dal “parliamone” al “no” nel giro di una settimana.

Pippo Civati, fondatore di Possibile, ha parlato senza mezzi termini di fine del modello Milano. E il sindaco Pisapia lo ha ricambiato con un sostanziale “tu non esisti”.

E’ il Pd a tenere saldamente il mazzo, dettando modi e tempi, lo sguardo puntato sul business miliardario palazzinaro del dopo Expo, vero punto programmatico: il nuovo sindaco di Milano non potrà non dirsi renziano.

Non che a Milano manchino possibili ottimi candidati civici, come Ferruccio De Bortoli, molto inviso a Renzi –che l’ha già bocciato come presidente Rai- per le sue ferme prese di posizione. Perfino piddini renziani come Stefano Boeri sostengono che “non ci sono le condizioni” per candidarsi.

Le condizioni in atto sono che il Pd di Renzi, com’è nel suo stile consolidato, intende designare il sindaco di Milano, o più precisamente gestire il business della città-holding Milano. Preferibilmente senza primarie o, nel caso non se ne potesse fare a meno, gestendole in modo consono. Se non sarà Sala, potrebbe anche andare il ministro Martina.

Tutto qui. Il Pd renziano è il vero responsabile della rottura del modello Milano, con tutto ciò che ne conseguirà. Il vero tema è che un centrosinistra con dentro il Pd non è più immaginabile.

Se c’è una speranza per questo modello virtuoso, pur con tutti i suoi limiti, è fuori da queste primarie-trappola, in uno scatto di libero orgoglio creativo. Al momento nessuna traccia.

P.S: una differenza notevole, rispetto al 2010, è che allora i candidati -oltre a non essere tutti del Pd come stavolta- erano rinomati professioni sti che rischiavano anche il reddito -in alcuni casi notevole- per amore della città e della politica. Stavolta invece sono tutti del Pd e tutti politici professionisti in cerca di conferma.