milano, teatro puccini, lunedì sera: tutte donne meno uno

L’altra sera ho partecipato a un incontro milanese: Stefano Boeri, candidato alle primarie per l’elezione del sindaco, ha incontrato 200 cittadine (associazioni e singole) per mettersi in ascolto della loro ricchissima esperienza, ignorata dalla cosiddetta politica. Ora, lasciate perdere che fosse Boeri: avrebbe potuto essere uno qualunque tra i candidati. Voglio parlare delle donne di Milano, non di lui.

La serata è stata importante, interessante, emozionante. C’erano donne molto attive e rappresentative a Milano, dal sindacato a Microsoft, dalla direttora di Elle Danda Santini ad associazioni che lavorano sul tema della salute, da Lorella Zanardo (che ha inviato una lettera) a Lea Melandri, alle autrici dell’importantissimo “Immagina che il lavoro“. E poi imprenditrici, rappresentanti del Pd, mamme e nonne. Se ne sono andate tutte contente a mezzanotte, appena in tempo per l’ultimo metrò. Il teatro Puccini gremito, nonostante fosse lunedì sera, ci fosse un tempo infernale e nessun quotidiano avesse segnalato l’incontro.

Nessun quotidiano, peraltro, si è preso la briga di offrire un resoconto della serata. Come se a quelle che non c’erano non interessasse sapere com’è andata, di che cosa si è discusso, e quali proposte sono uscite (e ne sono uscite molte, sulla vita, sul lavoro, sulla rappresentanza: idee che ci riguardano tutte). Ogni giorno le cronache cittadine ci offrono resoconti puntuali sull’andamento di queste primarie, con particolare riferimento ai problemi e ai conflitti all’interno del centrosinistra. Su alcuni eventi, come ad esempio l’incontro tra Boeri e Dario Fo, abbiamo avuto circostanziati reportage. Ma di quello che hanno raccontato le cittadine non abbiamo saputo nulla.

Ho chiesto a Rosy Bindi (l’intervista la leggerete la prox settimana su Io donna) se a suo parere la mancanza di donne in politica sia percepita come un problema della democrazia. “Nemmeno per sogno” mi ha risposto. “Prendere coscienza di questo significa andare a toccare i fondamentali del potere, che è e resta maschile.  E’ una sicurezza che non può essere messa in discussione, perché sconvolgerebbe tutti gli equilibri”.

Per la politica, ma anche per i giornali, restiamo le ultime. Anche se nella vita di ogni giorno, nella società, siamo le prime. Quanto ci metteranno a capire?

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