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Gli spiaggioni neri di Punta Corvo, detti anche Cro, -nello spezzino, tra Bocca di Magra e Tellaro, a picco sotto il borgo di Montemarcello– hanno visto generazioni di amori, falò, iniziazioni giovanili, notti in sacco a pelo sotto le stelle. Ci si arriva con una terribile scarpinata in discesa (e quindi in salita) oppure via mare. Una vecchia donna montemarcellina, la Veglia, che ora riposa nel cimiterino del bosco, ricordava quando molte estati fa tutti paesani scendevano in massa al Cro per passarci intere settimane, tende in spalla, cambusa e vettovaglie.

La spiaggia di Punta Corvo è libera da sempre. Ma ora il sentiero a gradoni da qualche parte ha franato, e il comune di Ameglia, di cui la spiaggia fa parte, ha pensato che la soluzione è l accesso a pagamento per residenti e non, e a numero chiuso. Non è chiaro perché la frana dovrebbe risparmiare i paganti (ed eventualmente rovinare sugli abusivi). Si dice che con quei soldi si sistemerà il percorso. Sarà vero? O l ingresso con biglietto diventerà una simpatica e irrinunciabile consuetudine? E poi: i comuni non dispongono di fondi già stanziati per la salvaguardia del territorio? Se così fosse, perché questo ingiusto balzello supplementare?

I comuni non sanno più dove raccattare soldi, il fatto è questo. Basta vedere la polizia municipale che la domenica si aggira minacciosa tra i carrugi, alla ricerca di auto in sosta vietata da multare. Vale per Ameglia, e per tutti gli altri posti.

Le tasse non diminuiscono, in compenso i balzelli aumentano. L ultima possibilità che si considera è quella di tagliare le spese. Se avete qualcosa del genere da segnalare, prego.

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