Quanto al 50/50, giusto per darci tutte quante una bella botta di realismo:

oggi è uscita la notizia della nascita del comitato promotore di Italia Futura Lombardia. Ed eccolI qui: il portavoce è Alberto Fontana, coadiuvato da Nicolò Bastianini. Gli altri componenti: Marco Colombo, Roberto Maria Dall’Olmo, Luca Corvi, Luca De Vecchi, Roberto De Vito, Gianmarco Gabrieli, Armando Montini, Romano Perissinotto e Sergio Scalpelli.

Se non ora quando, le mobilitazioni delle donne, la Lettera ai Partiti… proprio non fanno un plissé. Non c’è una donna nemmeno per sbaglio.

Per chi non lo sapesse -per comodità traggo da Wiki-, “Italia Futura è un’associazione  fondata nel luglio 2009 da Luca Cordero di Montezemolo e costituita da imprenditori e personaggi del mondo dell’imprenditoria, della cultura e della societá, che si prefigge lo scopo di sviluppare iniziative che portino ad un miglioramento della situazione politica italianae del benessere del cittadino. L’associazione si definisce come un think tank, quindi un pensatoio e laboratorio di idee che non esclude la possibilità di trasformarsi in un eventuale partito politico”.  Partito che, qui finisce Wiki e riattacco io, si configura come una possibilità sempre più concreta, vista la situazione dei partiti italiani.

Mi chiedo pertanto come sia possibile che dal think tank sezione Lombardia -dove c’è una vitalissima società femminile, con tanto di giunta 50/50 a Milano, e una Regione che invece è messa come ben sappiamo- il pensiero delle donne non sia ritenuto interessante e utile.

E passo al 75 per cento. Perché oltre al 50/50, ai partiti andrebbe richiesto che si presentassero alle prox elezioni, regionali e politiche, con liste composte almeno al 75 per cento di nomi nuovi, adeguatamente curriculati, e senza problemi con la giustizia.

50/50 + 75 è una delle possibili formule per il rinnovamento.

Vista da fuori dei partiti sembra una cosa semplice-semplice. Da dentro, certo, è tutt’altro film.

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