Domani su Io donna:

Added Value ha sondato gli umori e le opinioni di italiane e italiani intervistando un campione rappresentativo di 1000 cittadine/i. E rivelando a sorpresa un Paese prontissimo alla svolta “naturale” rappresentata da un massiccio ingresso delle donne nelle istituzioni rappresentative, determinato a sostenere una “massa critica” femminile che possa cambiare tempi, modi e agende della politica.

Un Paese ben più pronto della sua classe politica, che invece resiste strenuamente al “turn over”: è del luglio scorso la sentenza del Tar che ha obbligato il sindaco di Roma Alemanno, con la sua squadra tutti-maschi-tranne-una, ad aumentare il numero delle assessore. E se per il comune di Milano la promessa del 50/50 è stata mantenuta, nella giunta presieduta da Roberto Formigoni -la Lombardia delle prime emancipate, delle mille imprese femminili- siamo una a 15.

50/50, appunto: questa è la strada indicata dalla maggioranza degli intervistati, uomini e donne, (8 su 10) sul modello di alcune nuove giunte. Oltre a quella di Giuliano Pisapia, la giunta Zedda a Cagliari (dove siamo addirittura a 6 donne su 10) e la giunta Fassino a Torino, appena sotto il 50. Non quote, quindi, ma una proporzione “naturale” che indica l’auspicio di un doppio sguardo sul bene comune, e il desiderio che la differenza femminile si eserciti a beneficio di tutti anche nei luoghi della politica.

Raccoglie invece pochi consensi l’idea di percentuali inferiori, il 30 o il 40, intese come riserve dedicate a una “minoranza” che poi minoranza non è affatto.

8 italiani su 10, uomini compresi, si fidano a tal punto delle donne che sarebbero anche entusiasticamente pronti alla “super-alternativa” costituita da una premier.

Domani i dettagli, con i commenti di Ritanna Armeni e Flavia Perina.

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