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esperienze Gennaio 8, 2012

Monna Lisa, Monna Luna, le Stelle e altri pensieri

Stanotte ho guardato il cielo di Milano. Tersissimo, ripulito dal vento, la gioia di poter respirare a pieni polmoni, che qui è così rara, e quando capita ti senti la persona più ricca del mondo, stare in una città tanto viva e in più respirare! E’ un gennaio splendente, forse a consolazione della fatica che ci toccherà fare per cavarci fuori dai guai, una specie di incoraggiamento celeste per il nuovo anno.

C’era una luna piena quasi abbagliante, che non impediva la vista delle stelle. E ho pensato tre cose.

Delle Stelle: sapete che la parola stelle -sidera- sta alla radice del termine desiderio. Per capire bene che cos’è il desiderio si devono guardare le stelle, in una notte così, e sentire quel misterioso e irresistibile slancio di annullare la distanza tra noi e loro, la madre di tutti  i desideri. E’ che siamo fatti della stessa materia, polvere di stelle, cerchiamo naturalmente quell’abbraccio cosmico, una specie di gravità a rovescio che ci proietta e ci scaraventa in cielo. Possiamo splendere e fare luce come le stelle, il potenziale c’è tutto.

Della Luna: non mi dite che da bambini non avete avuto paura della luna, almeno una volta. Una notte a Portovenere, guardando la luna piena sopra la rocca spettrale, il mio bambino fu preso da una piccola angoscia, voleva sfuggire allo sguardo di quella Signora. La luna ha una faccia, una bocca e due occhi, quello di destra lievemente spiovente, un sorriso enigmatico, un’espressione dolce ma anche crudele, sono le due facce della madre, l’Amore e il Terribile materno. Il mistero della Gioconda è tutto lì. Ci incantiamo a guardarla dietro il vetro al Louvre, un piccolo quadro dalla forza così immensa perchè Monna Lisa è Monna Luna, ha la sua stessa espressione, quella signora la conosciamo da sempre, dalla primissima volta che abbiamo alzato gli occhi al cielo, probabilmente mentre ancora stavamo nel carrozzino. Non se se l’abbia mai detto nessuno, ma io ne sono certa.

Del Lusso: certe volte basta rovesciare i termini delle questioni e ti si spalanca davanti la soluzione. Dall’ Italia del Lusso al Lusso dell’Italia. La strada che abbiamo da percorrere per uscire dai guai è questa. Essere grati per tanto splendore, farlo splendere ancora di più. Pensateci.

Buona domenica, e ancora buon anno.

esperienze Gennaio 30, 2009

AGGANCIATI ALLE STELLE

In momenti come questi, nell’attesa di capirci qualcosa, uno riduce, sfronda, sta all’essenziale, rinvia le iniziative, restringe gli orizzonti, si attiene a uno scabro terra-terra. E però, dico io, lo spirito non costa niente e frutta moltissimo.
Chi per lavoro frequenta gli Stati Uniti dice che certo, lì la crisi si sente, eccome. Ma mentre qui annaspiamo nelle sabbie mobili della mediocrità, con l’unica speranza di continuare a galleggiare, magari tirando sotto gli altri, lì si sente che stanno spingendo tutti insieme, e verso l’alto. La verticalità dell’etica protestante, probabilmente. La convinzione che solo con le buone opere ti conquisti la grazia. Un fare ardente e intriso di spirito, che premia il meritevole perché sarà lui a trainare tutti fuori dai guai.
Non vorrei che qui invece la crisi ci radicasse nel triste convincimento che se finora siamo stati fermi –e da quanto!- a questo punto meglio immobili del tutto, acquattati, invisibili, mimetizzati sullo sfondo come quegli animali che prendono il colore della roccia o del muschio. Mentre sarebbe il momento di osare, carichi della propria originalità, finalmente liberi da quel pessimo surrogato dello spirito che è il troppo. Sarebbe il momento di far saltare lo stramaledetto tappo. Di sognare per fare nuova realtà, tenendo l’orizzonte spalancato al possibile, pronti alla muta radicale. E invece: tutti barricati, in difensiva, a raschiare il fondo, abbarbicati alle proprie posizioni, raccomandati e garantiti contro la minaccia del nuovo che spinge per rivelarsi e mettersi al mondo.
Come si fa, a non lasciarsi sommergere dalla mota per riuscire ad ascoltarlo, questo nuovo che arriva? Un po’ di fiducioso silenzio, secondo me. Attrezzare in se stessi un “camerino” in cui potersi ritirare. Yoga, scrittura, lettura. Cucinare, prendersi cura. Non farsi distrarre tropp dalla cronaca politica. La rete, poi, mezzo congeniale allo velocità dello spirito: qui l’exploit deve ancora venire. Respirare. Volere bene agli altri. E poi attardarsi a contemplare certi sogni: come quel cielo africano di qualche notte fa. Fittissimo di stelle, e tutte quante cadenti, neanche una che stesse ferma dov’era. Non una cometa sola, alcuni milioni. Un’esplosione di gioia cosmica, per annunciare chissà che cosa. Tenersi agganciati alle stelle.

(pubblicato su Io donna-Corriere della Sera il 24 gennaio 2009)